Una delle opere più celebri del repertorio buffo di Gioachino Rossini (1792 - 1868), L’Italiana in Algerivenne rappresentata per la prima volta al Teatro di San Benedetto di Venezia il 22 maggio del 1813. Domani sarà al teatro dell’Aquila, con due anni di ritardo a causa della pandemia, visto che avrebbe dovuto debuttare nel marzo del 2020.
Allestimento della Rete Lirica delle Marche, l’opera viene considerata uno dei massimi contributi per il rinnovamento dell’opera buffa italiana grazie a un nuovo stile nell’organizzazione dei numeri comici e nell’orchestrazione delle scene d’insieme. “In repertorio per tutto l’Ottocento, l’Italiana lentamente scomparve per poi essere ripresa negli anni Venti del Novecento e riconquistare un posto fra le opere più rappresentate di oggi”.
Ieri l’anteprima per gli studenti, domani alle 21 la grande serata a teatro. “Ci siamo impegnati nel riportare la gente a teatro. Al di là dei macro eventi che pure l’amministrazione e l’assessorato perseguono, l’impegno di tutti è di accompagnare le persone di nuovo nell’abitudine di andare a teatro, in serenità. La lirica ha sofferto di più, con i suoi cast enormi. Vogliamo recuperare, ritrovare la magia, costruire sempre nuove collaborazioni, per guardare avanti con gli occhi pieni di cose belle” sottolinea Francesco Trasatti, che della Rete Lirica è un perno.
È pronta all’ennesimo sold out l’assessora Micol Lanzidei: “Onoriamo l’impegno che ci eravamo assunti, con il pubblico soprattutto. L’italiana di Algeri è una scelta coraggiosa, anche divertente. La scenografia richiama il cabaret, si cerca di lottare contro il pregiudizio che per portare i pantaloni occorra essere uomini”.
Che poi ricorda come l’opera lirica sia accessibile anche ad ipovedenti e non udenti. “Tornare sul palco – conclude il direttore Luciano messi – è un atto di coraggio che chi si trova investito di responsabilità, amministrative e politiche, deve fare. La rete lirica con un lavoro unitario, coordinato e faticoso, fruttuoso, vuole ripartire e rilanciare, per fortuna non sono stati 2 anni persi ma di sicuro sono stati anni complicati”.