FERMO – Un ‘no’ ben più che motivato quello degli ambientalisti, riuniti sotto l’etichetta Tag-Comitato Costa Mare, nato nel 2017 che racchiude Legambiente, Lipu, Slow Food, Wwf e Fiab tra le altre silge. “Siamo nati per costituire aree protette costiere lungo l’Adriatico”.
Luigi Silenzi è il coordinatore e si fa portavoce insieme con il responsabile tecnico scientifico, Fabio Vallarola, del fatto “che l’area scelta dal Jova beach non sia idonea allo show che porterà 50mila persona in due giorni sulla spiaggia”. E non una spiaggia qualunque, ma quella scelta dal fratino per nidificare perché caratterizzata da un ecosistema particolare.
“Il nostro è un approccio culturalmente onesto che parte dalla consapevolezza che i viventi umani sono la piccola parte” ribadisce Silenzi. Il fratino migra dall’Africa e arriva sulla spiaggia di Casabianca e non solo. “Nessuno sa quando davvero il fratino deposita le uova. Lui cerca le zone non antropizzate, più sicure. Un comune dovrebbe aiutarlo, ma a Fermo si sceglie di fare un concerto in zone libere, ampie e non più adatte come gli stadi per vendere biglietti. Questa è un’azione quasi criminale, andiamo scientemente a colpire l’uccello e la sua casa” prosegue Silenzi.
Il comitato dice ‘no’ alla zona, non all’evento “come invece vorrebbe far credere il sindaco Paolo Calcinaro”. Che ieri via social ha colpito duro: “Gli esperti incaricati dal Comune ci scrivono che è dal 2017 che non nidifica il fratino, tra l’altro lo fa sempre tra aprile e maggio, e che la spiaggia ridotta nello stato attuale i fratini li scoraggia”.
Il che, per il Comune comporta, Jova beach o meno, una rivisitazione dello spazio: “Un'area in quel modo non può essere tenuta! Per turisti o residenti...con erba infestante a coprire anche le essenze tipiche e, novità di quest'anno, dei cumuli di sabbia a modo di trincea di spiaggia della Normandia durante lo sbarco degli alleati! Questo non è e non sarà più possibile in quella spiaggia: e lo dicono tutti gli altri esperti, anche nazionali, tranne chi oggi dice No. Per cui non rinuncerò a una economia portata in due giorni da 30 o 40 mila persone che dormiranno, mangeranno, spenderanno e comunque conosceranno il nostro territorio”.
Il comitato sperava in un ripensamento, ma né la diffida né l’esposto presentato in Procura hanno permesso di cambiare il corso degli eventi “e quindi la distruzione del luogo che solo due anni fa era stato ripristinato al meglio con il suo ecosistema, spendendo anche soldi” prosegue Silenzi. Tra l’altro in futuro l’area sarà dimezzata “visto che il Comune ha deciso di dare delle concessioni”.
Non accettano come giustificazione il tema dell’economia, del business: “Dove ci sono oasi, in giro per l’Italia, è cresciuto il turismo. Qui invece vengono smantellate. Si sceglie di nuovo il denaro rispetto all’ambiente. Ma è una visione miope” ribadisce Silenzi.
Nel merito entra Vallarola, con dei numeri. “La superficie italiana è di 300mila km2, ne proteggiamo il 7%. Il mare territoriale 150mila km2, ne proteggiamo il 2%. La linea di costa, habitat delicato con una necessità di attenzione è solo 120km2, è il luogo di cambio di habitat, puto chiave per la naturalità del territorio”. Tra l’altro negli ultimi anni c’è stato uno spostamento delle popolazioni dall’interno al mare, con una continua antropizzazione degli spazi naturali. “Oggi noi usiamo quegli spazi per fini turistici, un enorme errore anche in termini etici oltre che economici” ribadisce Vallarola che auspica un intervento dello Stato per regolam3nteare l’uso turistico previsto da Regioni e Comuni.
“Il caso di Fermo è clamoroso. Dopo l’errore del 2019, un primo recupero dell’area, quantomeno un tentativo, e oggi di nuovo la distruzione. Sono certo che la Magistratura valuterà l’uso delle risorse spese inutilmente per due anni”. Non vogliono parlare di Jovanotti e della sua operazione, il Comitato si concentra sul Comune: “Capitaneria di porto e Forestale devono controllare il territorio. Invece il Jova Beach è un decreto sblocca spiaggia. Nessuno valuta più cosa accade sulle zone naturali della costa”.
L’ultimo passaggio per la frase del sindaco relativa al fatto che il fratino non nidifica da tempo. “Nel 2018 la nidificazione c’è stata, dal 2019 il nulla dopo il Jova Beach. L’uccellino frequenta la spiaggia di Casabianca, si vede. Le ruspe stano distruggendo la spiaggia, il fratino cerca il luogo giusto per nidificare e non lo trova.
Ripristino. Cosa si può fare? Ideale sarebbe non fare il concerto. Il problema vero è non pensare che la natura si riproduce come una piastrella. Una volta persa la naturalità, non si recupera più. Il tentativo dopo il 2019 di prendere semi e piante in altre aree protette è stato disperato. Quei semi lasciati dove erano avrebbero prodotto piante e specie rare, a Fermo il nulla o quasi. E ora, due anni cancellati con una ruspa nel giro di 48 ore. Vogliamo vedere le uova, lasciamo in pace le aree naturali” concludono compatti gli ambientalisti ricordando con Stefano Quevedo che “la natura ha orizzonti più lunghi dell’uomo, distruggere tutto e pensare di ricrearlo non funziona”.