di Raffaele Vitali
FERMO – Mauro Torresi, leader di ‘Non mi Fermo’, sembravate piccoli e invece…
“Ci siamo ritrovati a essere la seconda forza di Fermo a pari merito con la corazzata di Francesco Trasatti. Passiamo da un consigliere a cinque”.
Come c’è riuscito?
“Non pensavo a questo risultato. I miei 460 voti mi hanno stupito, puntavo ai 250. Ma il buon lavoro fatto da parte del gruppo ha tirato tutta la lista. E poi con me tanti giovani che hanno camminato come li avevo pregati di fare. E soprattutto persone che stanno in mezzo alla gente”.
Ma quanta destra c’è nella sua lista?
“Non ho chiesto a nessuno l’estrazione politica. Io sono di centrodestra, tutti gli altri 31 non saprei, direi un 50% come me”.
In consiglio porta il più giovane di tutti, Edoardo Candidori, è il delfino?
“Sarà sicuramente uno su cui puntare. Ha grande voglia di politica. Nel senso ampio, è uno che ama dialogare, capire e lavorare per il bene di Fermo. Può essere una risorsa, se sarà il delfino mio o del sindaco lo deciderà lui”.
Qual è la forza di Paolo Calcinaro?
“Indubbiamente la presenza tra la gente. Il vivere 24 ore su 24 per la sua città. Da lui ricevo messaggi all’una di notte e qualcuno anche più tardi”.
Lui parla di ‘vita privata da migliorare’, lo aiuterete prendendovi responsabilità?
“No, purtroppo per sua scelta. Lui vorrebbe, ma non ce la fa, perché l’essere sindaco lo blocca. Non sai quante volte ci ha mandato in rappresentanza per sostituirlo e poi arrivava lo stesso. E questo lo fa di cuore, non per mancanza di fiducia”.
Lei ha gestito il commercio, luci e ombre. Vuole ripartire da lì?
“Senza dubbio, riparto da quelle luci e ombre. Ho progetti, ho obiettivi. Penso al mercato, che va rigenerato. Piazzetta è una incompiuta su cui dobbiamo agire. Se il sindaco mi ridarà le stese deleghe, credo che la gente mi abbia votato per proseguire il lavoro, ripartirò proprio da queste due priorità”.
Ma i negozi come si riaprono?
“Tolta la chiusura di ‘Una moda per amore’, che mi ha stupito, confidiamo di riempire anche le vetrine rimaste vuote. Certo, corso Cefalonia mi preoccupa un po’, considerando che si sposterà anche una delle attività vicino alla loggetta”.
Trasatti è stato per cinque anni il suo compagno di viaggio, e ora?
“Mi auguro che resti al mio fianco e continui il suo lavoro. Non so se lo vuole, ma ci proverò fino all’ultimo. Non mi vedo a collaborare con altri, con tutto il rispetto, per far crescere Fermo. Il gatto e la volpe, Peppone e don Camillo devono proseguire”.
Lei e Trasatti siete la dimostrazione che le parti politiche diverse possono dialogare?
“Noi abbiamo sempre operato per Fermo, io con le mie idee e lui con le sue. Siamo il simbolo della trasversalità politica del sindaco Calcinaro: si lavora per un fine comune, a prescindere dall’ideologia”.
Cinque anni, dove lo vede Calcinaro al termine di questo mandato?
“Gli auguro di fare un passo in avanti. Che sia la Regione o Roma, ma deciderà lui in base alla vita privata. Obiettivamente è un sindaco, e gliel’ho detto dopo aver perso cinque anni fa, che è più capace di altri. Molto meglio di quanto sarei stato io”.
A chi dedica questa vittoria?
“A Saverio. Il giorno dopo la sua morte volevo lasciare perdere tutto. Se io ero il fiore, lui era la pianta con le radici. Poi mi ha dato fiducia Daniele Iacopini, che ha deciso di prendere le redini della lista. Non è Saverio Sbrolla, ma ci ha ridato equilibrio e voglia di fare. Riusciva a tenerci tutti buoni, riusciva a dialogare”.