di Raffaele Vitali
FERMO – Una provincia precaria, “crescono le assunzioni ma sono principalmente contratti a tempo determinato”, in cui le donne continuano a guadagnare meno dell’uomo. Questa la fotografia stilata dall’Inps Fermo con il ‘Rendiconto sociale provinciale 2023’. “Siamo uno strumento di vigilanza, forniamo dati sulle prestazioni, sugli elementi che attengono alla qualità e all’efficienza dei servizi nel rapporto cittadini-imprese” introduce Maurizio Petrelli, direttore dell’Inps di fermo. “Una sede efficiente, ma con poco personale. Tropi colleghi hanno lasciato questa sede con la mobilità senza essere sostituiti. Abbiamo bisogno di personale per rispondere alle tante criticità del presente”.
Il prefetto di Fermo, Edoardo D’Alascio, quando ha preso parla, con in mano il report, non si è limitato a un saluto, offre spunti di riflessione ai vertici dell’Inps, mondo del lavoro e politica: “Ho studiato la relazione annuale, quando vedo i numeri devo leggerli bene per poi poterli interpretare. Troppo spesso vengono letti in maniera bizzarra. Ne sottolineo un paio: la presenza degli uffici e dei servizi che fornite nel Fermano rispetto alle altre province delle Marche; il gap che ancora riguarda la retribuzione femminile, un dato che mi imbarazza. Dobbiamo cercare di lottare per ridurre, fino ad annullare, questo gap”.
E questo vale per ogni settore, con alcuni in cui lee differenze sono davvero imbarazzanti. Nelle attività scientifiche un uomo guadagna in media 127,6 euro al giorno, una donna 82,8; nell’informazione e comunicazione 141 contro 106. Purtroppo anche nel settore pubblico il gap è evidente. Nei comuni 111 euro l’uomo, 97 la donna, nell’università 183 a 148, nelle assicurazioni 208 a 140.
Il sindaco Paolo Calcinaro ha preferito puntare sul lavoro che l’Inps svolge: “Chi è qui concorre a formare la rete sociale fondamentale per una comunità. Sono sindaco da nove anni, un periodo molto duro per il territorio: il sisma, il Covid, l’inflazione, lo choc energetico e oggi la stagnazione che impatta in particolare su settori chiave per il nostro distretto. Anni durissimi. E se il territorio ha tenuto, per Italia Oggi la nostra provincia cresce in qualità per il secondo anno consecutivo, è perché tutti ci mettono del proprio”.
Anche Calcinaro sottolinea un dato, in questo caso positivo: “Penso alla velocità nel riconoscere la cassa integrazione, siamo una regione virtuosa e una provincia davvero capace. Anche i casi estremi, come quando è andata a fuoco una grande fabbrica, che ora sta ripartendo (Bakery) in cui la risposta ai lavoratori è stata immediata”.
Il presidente del comitato provinciale Inps di Fermo, Alfonso Cifani, entra nel merito della giornata sul ‘Rendiconto sociale’. “Petrelli è un direttore che ha capito il ruolo strategico che i servizi ai cittadini rivestono nello sviluppo territoriale. Viviamo un’era di conflitti e di crisi che sta erodendo la nostra economia. Crisi che sentiamo dentro le case, in famiglia, nei giovani che se ne vanno lasciandoci un territorio sempre più anziano. Dobbiamo creare le condizioni per far restare il nostro capitale umano, investendo in primis in formazione”. Inevitabile un passaggio sui dati degli infortuni sul lavoro, ”paghiamo un prezzo tropo alto, è necessario un confronto continuo e serio su questo tema”.
È quindi il direttore Maurizio Petrelli a snocciolare dati: “Lo ribadisco, siamo pochi in sede, ma lavoriamo molto. Gestiamo i dati dalle entrate pubbliche alle pensioni”. Capitolo Demografia. “I problemi ci sono, come in tutta Italia. Il saldo negativo è costante, stessi morti e meno nascite. Gli immigrati incidono e non altro. Ultimo dato nel 2022, 1191 morti in più rispetto alle nascite”. Ascolta e commenta il direttore di Confindustria, Giuseppe Tosi: “Abbiamo il 26,7% di popolazione over 65 e solo l’11,3 di under 14. Così non c’è futuro”.
Capitolo lavoro. In provincia di Fermo nel 2023 c’è un saldo occupazione positivo, crescono le assunzioni. Ma rispetto al 2022 diminuiscono quelle degli italiani, crescono quelle degli stranieri che sono a tempo determinato. Una provincia sempre più precaria che conta di 71mila occupati, 2mila disoccupati e 75mila inoccupati.
Nel mentre sono aumentate le riscossioni. Fermo è una delle province in Italia in cui gli artigiani sono un quarto delle attività. “Ma sono anche diminuiti di 1mila unità in cinque anni” precisa il direttore Petrelli. Crescono le aziende con dipendenti e crescono le partite iva. Migliorano i Durc.
Che la crisi sia realtà lo dice il dato degli ammortizzatori sociali: la Naspi è passata da 6228 a 6454. Qui vien al buona risposta dell’Inps che paga la Cig, cresciuta del 27%, tra i 15 e i 24 giorni. “E i dati riferiti al 2024 come monte ore saranno molto peggio” anticipano gli imprenditori in sala.
“Come Regione – ha preso il consigliere Andrea Putzu – stiamo facendo il possibile per supportare il calzaturiero, in grande difficoltà, e i lavoratori in generale. Con le borse lavoro e il bando “Creazione d’Impresa”, che stanno dando frutti concreti sul nostro territorio, supportiamo le persone disoccupate nel loro percorso di reinserimento nel mondo del lavoro e nello sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali”.
La conclusione è di Lorenzo Totò, volto della Confartigianato che ha parlato a nome delle associazioni datoriali: “I numeri sono fondamentali per impostare una riflessione a tutto campo. I dati della cassa integrazione artigiana (FSBA) sono drammatici. La crisi del settore moda e non solo, ha triplicato il numero di imprese che hanno dovuto ricorrere alle politiche di sostegno al reddito. Triplicati numeri che già nel 2023 avevano toccato dei picchi record. Sottolineo l’importanza di questo momento di confronto, una analisi della realtà socio-economica che consente di trarre spunti importanti per costruire un futuro che tuteli sempre più le persone in situazione di debolezza e che sia utile per sostenere la crescita economica. Ora, partiamo da questi elementi per pianificare e realizzare idonee programmazioni di sviluppo territoriale”.