FERMO - Lido Tre Archi, da ormai due mesi, è una zona presidiata da pattuglie delle forze dell’ordine. Obiettivi diversi: controllo degli accessi, identificazione dei soggetti pericolosi, controllo delle attività e degli appartamenti occupati abusivamente. Per non lasciarsi sfuggire niente e nessuno, anche il cane antidroga della Finanza, Grant, gira per le strade del quartiere.
Tre Archi, insomma, è ormai un quartiere a libertà vigilata. E soprattutto di grande attenzione mediatica, vuoi per le parole che arrivano costanti da parte del consigliere comunale Tulli, vuoi per quelle dei proprietari degli appartamenti attraverso Confabitare.
“La situazione, anche grazie all’ulteriore recente rafforzamento dei controlli da parte di tutte le forze di polizia e della Polizia Locale, in costante sinergia operativa, rendono una immagine di maggiore legalità nella zona, nella convinzione che i positivi risultati raggiunti possono essere mantenuti e migliorati per la sicurezza di tutti i cittadini”. È chiaro quindi che il presidio di polizia sia fondamentale, e non da oggi.
“Prima di parlare di quartiere gioiello – sottolinea il presidente di Confabitare, Renzo Paccapelo – bisogna capire che non basta il posto fisso di Polizia, soprattutto se non si supereranno i dubbi su personale, risorse e tanta burocrazia utile per quando non si vuole decidere”.
È semplice la richiesta del presidente: “Ci aspettiamo dal sindaco, dal prefetto e dal questore scelte chiare e definitive entro le prossime settimane, visto che l’emergenza a Lido tre Archi è lungi dal dirsi domata. Le occupazioni sono ancora in atto, così le risse tra stranieri e il degrado dei palazzi per il quale sarebbe necessario accendere un faro su alcune amministrazioni condominiali e sulle relative delibere”.
Nel mentre gli inquilini continuano a lavorare per avviare il controllo di vicinato e con la raccolta firme per il presidio fisso di polizia. Che intanto continua ad agire. Come ieri, una volta chiamati dai residenti perché c’erano sempre degli avventori ubriachi fuori dal negozio di un pakistano. Gli agenti sono intervenuti con il personale dell’Asur e hanno anche verificato lo stato degli alimenti conservati nei congelatori.
“Tanti quelli non confezionati e non etichettati, tenuti senza il rispetto delle normative sanitarie. Abbiamo trovato – spiega in una nota la Questura - nei congelatori prodotti ittici ed avicoli stoccati in modo promiscuo e non adeguato, emananti un forte odore rancido e riportanti, sulla superficie degli stessi, bruciature da freddo. È presumibile che a causa della rottura di un congelatore, con conseguente scongelamento delle merci, le stesse siano state successivamente ricongelate con gravi rischi per la salute degli acquirenti”. L’azione si è chiusa con il sequestro del materiale, per il titolare le verifiche procedono.