FERMO – Il piano di sviluppo di Lido di Fermo infiamma il consiglio comunale nel giorno in cui la presidente Lorena Massucci può tornare sulla sua poltrona rossa all’interno del palazzo dei Priori: Che bello tornare qui. Grazie alla Provincia per l’ospitalità, ma un grande grazie ai nostri uffici che ci hanno permesso di rientrare prima nella nostra sala”.
Un maxi consiglio comunale con 11 punti, tra cui uno che riesce a passare all’unanimità: la variante che trasforma gli spazi al piano terra del lungo viale che collega San Tommaso a Tre Archi in commerciali. “Erano tutti a destinazione artigianale, ora diamo la possibilità di abbinare la riqualificazione strutturale a quella di esercizi e sociale” sottolinea soddisfatto il sindaco Paolo Calcinaro. “A breve partiranno i lavori in via Aldo Moro, sono partiti quelli lato fiume: accompagniamo i lavori con nuove attività. Penso alla lavanderia che ha aperto e va bene, penso al ristorante davanti agli archi. Spero che il Consiglio accompagni la riqualificazione con un voto positivo. Credetemi molte persone di tre Archi si aspettano una normalizzazione anche fatta di iniziative private”. E l’auspicio si concretizza con il placet di Tulli, che ha chiesto e ottenuto un minuto di raccoglimento per i vigili del fuoco morti nei giorni scorsi, Malvatani e Rossi. Tutti favorevoli a cambiare un modello anacronistico, pensato quando casa e bottega dovevano nascere insieme.
Arriva poi la variante Apr38, alias Lido di Fermo. Nel pomeriggio ha preso posizione, in maniera critica, il Partito Democratico: “Non siamo contrari ad un impatto diverso di quell’area, ma vogliamo sottolineare al sindaco che riqualificare è condividere con il quartiere le scelte importanti che si fanno nella mediazione con il privato”. E invece, secondo Paolo Ferracuti, segretario del Pd di Lido, questo non avviene: “Lido di Fermo e San Michele in questi anni e con questa amministrazione hanno visto sbloccare prima 24mila mq con 290 nuovi appartamenti che dovranno nascere dietro la collina ed adesso altri 5.000 mq nella zona vicino alla scuola elementare. Il rilancio di un’intera zona non può essere slegata dai vari comparti edificatori che si vanno a sommare. Non ci bastano un campo da calcio, alcuni parcheggi e un ipotetico albergo per essere appagati da un’ipotetica riqualificazione rivoluzionaria. Noi non chiudiamo a uno sviluppo edificatorio sostenibile, equo ed omogeneo, ma bisogna parlarne e trovare la soluzione migliore”.
In Consiglio la prima a intervenire sulla suddivisione dell’area progetto è Maria Giulia Torresi, con delle sottolineature tecniche: “Basta una polizza? Forse ne servono due, come due sono state le vostre delibere. E poi c’è il nodo reti tecnologiche, le opere di urbanizzazione. Se l’area viene divisa in tre parti, fognature, rete elettrica e via dicendo, come viene gestita la piazza divisa in due? Ma vale la pena tutto questo per duecento parcheggi che vengono usati due mesi all’anno?”. Tocca poi a Manolo Bagalini: “Non sono ferrato, ma sono d’accordo con il lavoro degli uffici. Vorrei fare una riflessione sulla modalità di presentazione della variante, che è entrata solo cinque giorni fa in Commissione. Ricordate che condividere una proposta non significa che poi la minoranza la contesta. Cambiate metodo”.
Pierluigi Malvatani non è contrario, presenta solo alcune sollecitazioni: “Campeggio era e campeggio resta l’area della famiglia Catasta. I parcheggi quando verranno realizzati? E poi gli standard, sono garantiti? Spero di sì, conoscendo l’assessore e la capacità degli uffici. E poi, ci sono date certe sui comparti? E la ciclabile, come farà a realizzarla su spazi pubblici e su altri privati?”.
Riprende a questo punto la parola Paolo Calcinaro: “Il nostro bicchiere è mezzo pieno a livello di commissioni, ne abbiamo portata di carne sul fuoco. Oggi parliamo di una variante di un piano attuativo, non ce lo scordiamo. Questa è una variante con volumetrie, destinazioni, opere pubbliche che hanno fatto tre passaggi. Poi qui c’è la scelta, non fare un piano attuativo tutto insieme. Partiamo da qui e poi pensiamo insieme al futuro: nuovi parcheggi in arrivo, pensiamo ad altre scelte, del tipo quante auto sul lungomare vogliamo e quale ciclabile. Con questa soluzione possiamo ragionare sullo sviluppo ulteriore”. La maggioranza è compatta la fianco del primo cittadino, Gionata Borraccini interviene e difende il modus operandi di una amministrazione che di commissioni sui temi caldi ne ha fatte a iosa, ricorda Casina e Rocca Montevarmine su tutte, mentre Bargoni parla di “operazione perfetta”.
L’ultima critica è quella di Massimo Rossi: “Ben venga l’acquisizione delle aree, che erano previste dal precedente piano, ma non chiamiamo questo ‘un progetto’ perché non si sa neppure se gli interventi saranno attuati e quando. Questo non è, come dice Nunzi, un piano per ricucire il tessuto urbano. Se così fosse stato non sarebbero state usate le forbici”. Tante parole, poi il voto: nessuno contrario.
r.vit.