FERMO - Non tutto si può mostrare online. Soprattutto quando in una scuola si realizza un prototipo di mezzi di locomozione o un barbecue in stile robot: all’Ipsia i progetti nascono anche dal basso, perfino quando la dirigente non è inizialmente convinta. “Poi però la passione, la determinazione e la qualità del lavoro che sanno mettere in campo fanno svanire ogni dubbio” ammette Stefania Scatasta.
Davanti a lei ci sono alcuni ‘attrezzi’ particolari, frutto della fantasia prima e del lavoro poi dei suoi alunni, seguito come ombre dai docenti anche durante il lockdown. “Lo spunto è venuto da un alunno, Omar, che ha saputo trascinare tutti in questo percorso di ‘idea collettiva da realizzare’. Ogni percorso è stato coinvolto, progetti di classe che hanno avuto alcune punta di diamante, ma che soprattutto hanno mostrato la capacitò di adattamento degli alunni”.
Perché tutto quello che è stato creato, dallo skateboard a motore passando per l’abito rosso fuoco, è frutto del riutilizzo del materiale che la scuola ha nei suoi magazzini. “Abbiamo saputo far lavorare insieme alunni e docenti” aggiunge la preside.
A tal punto che in un caldo giorno di luglio, nonostante la scuola sia finita da un pezzo, gli autori delle opere sono tutti presenti per spiegarle. E dalle parole emerge la soddisfazione per aver trasformato un pezzo di carta, un pensiero durante i mesi di scuola, in qualcosa di concreto, che addirittura i muove. E la prova viene dalla preside che sale a bordo del triciclo a motore realizzato dalla 4 OA. Un po’ più complicato lo skateboard.
Il bello dei progetti è che sono imperfetti, e ovviamente incompleti perché il Covid li ha privati della materia prima, ovvero gli attrezzi del laboratorio. Ma tutto quello che oggi è dentro il laboratorio dell’Ipsia è frutto delle mani degli alunni.
“Che hanno saputo ridare vita a oggetti inanimati e abbandonati, come il telaio di una bicicletta, una vecchia sedia della classe, una bombola a gas finita, copertoni e catene, oltre che metri di raso. “L’idea di classe ha questo come base: partire da quello che si ha. Non comprare, sarebbe facile, ma adattare e trasformare creando una economia circolare dell’innovazione” aggiungono alcuni docenti che soddisfatti ascoltano i ragazzi spiegare i singoli lavori.
In campo sono scese la 4B con lo skateboard: “Realizzato a budget quasi zero, utilizzando materiale di scarto della scuola. Prima si accende il motore, che era di una motosega, e che abbiamo reso funzionale. La ruota di un motorino è stata collegata con un insieme di corone per definire il miglior rapporto. Il motore è sopra un supporto di ferro realizzato da noi e il telaio è una tavola di legno con montate le ruote di uno skate, regalate da un nostro compagno”.
Alla 4OA invece il compito di descrivere il triciclo a motore. “Il telaio è fatto con una bici rotta, una sedia rubata e una struttura in ferro saldata in laboratorio. Anche qui un motore di motosega da 30 cavalli che però ha bisogno di essere potenziato. L’ideale sarebbe inserire un freno a disco, ma intanto è pronta anche la manopola con l’acceleratore”.
Il barbecue è frutto del genio di Hossam, il suo ultimo lavoro prima di partire per l’estero. “Ispirato a uno dei personaggi di Futurama. La testa è la canna fumaria ed è stato usato un vecchio estintore dell’Ipsia. Una bombola del gas per il corpo centrale e poi una base realizzata nei laboratori con ferro e acciaio. Le braccia servono per appoggiare i forchettoni, la pancia si apre e chiude in modo da diversificare la cottura”. E la cosa bella è che è funzionante.
L’ultimo oggetto in ferro è della 1 OA. Anche le matricole creano e pure bene. “Abbiamo realizzato un robottino. La difficoltà è stata nel tagliare i tanti pezzi e nel saldarli poi insieme. se non ci fosse stato il lockdown avremmo inserito una batteria interna che avrebbe fatto accendere le luci posizionate negli occhi” spiegano i due alunni. E il professore aggiunge: “tenete conto che normalmente così bravi in saldatura lo si diventa in quarta, quindi sono precoci”.
Tra tanta meccanica, ecco la delicatezza delle studentesse del 4MC che mostrano il loro abito da serata speciale. “Raso e tulle, tutto materiale riciclato dal laboratorio. Abbiamo fatto tutto in tre, dal disegno al modello fino alla cucitura”. Tre alunne che arrivavano dal triennio Benessere e che i pochi mesi hanno dimostrato di trovarsi a loro agio anche con modelli e tessuti. “Siamo rimasti stupiti, anche dalla loro determinazione. All’inizio avevano una idea ancora più ambiziosa, un gruppo molto determinato” aggiunge la professoressa di laboratorio di moda.
Il finale è tutto per la preside che testa i mezzi e ribadisce: “Apprendimento significativo a tutti gli effetti, perché nasce dall’idea primordiale. Servono conoscenze, abilità e competenze. Ragazzi che hanno una grande intelligenza nelle mani”.
Per tutti loro il desiderio è che a settembre i progetti si possano affinare e completare e chissà che non si veda presto in strada il triciclo che ricorda i mezzi americani o lo skateboard a motore a cui però serve dare un sistema di frenata efficiente. In realtà il progetto avrebbe previsto anche un giudizio finale, affidato auna speciale giuria che avrebbe usato le pulsantiere realizzate dalla classe di elettronica. Tutto rinviato, ma la tecnologia è già pronta sul pc del prof. La robotica avanza, ma all’Ipsia la mano che la guida resta quella dell’uomo.
Raffaele Vitali