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Lezione di legalità di Colombo a Porto San Giorgio: "Il progresso passa anche per la trasgressione"

5 Gennaio 2025

PORTO SAN GIORGIO – Non ha riempito il teatro, ma di certo ha stimolato le menti presenti: Gherardo Colombo è stato il secondo ospite del ‘progetto legalità’ che il comune di Porto San Giorgio è riuscito a farsi finanziare dal ministero. Dopo la riflessione sulla violenza di genere, con l’ex pubblico ministero Colombo si è entrati nel tema delle regole.

Ha spaziato, intervistato dal giornalista Raffaele Vitali, su più argomenti, dalla situazione dei giovani alla corruzione, dal suo passato nel pool Mani pulite al suo impegno nelle scuole, fino al concetto stesso di rispetto della legge.

“Giovani problematici e violenti? Mica tutti. E poi non dimentichiamoci che li abbiamo educati noi quindi dovremmo guardare anche alle cause e non solo agli effetti. Magari abbiamo sbagliato sul come li abbiamo educati” ha sottolineato Colombo dopo il saluto del sindaco Valerio Vesprini.

Il suo ultimo libro ‘Anche per giocare servono le regole’ è una specie di vademecum per approcciare il presente e guardare al futuro, ricordando sempre che ‘conoscere e rispettare le regole è alla base della libertà’.

“Ma ci sono anche regole non giuste e non dimentichiamo che il progresso è passato anche attraverso la trasgressione. Se il Parlamento introducesse la pena di morte, sarebbe una legge da osservare? Ricordiamoci di Galileo Galilei e Rosa Parks, hanno trasgredito per migliorare il sistema”.

Torna spesso la costituzione nei suoi interventi. Avrebbe voluto più giovani in sala, su questo bisogna continuare a lavorare, perché se si esce dall’orario scolastico la disaffezione verso il mondo istituzionale è evidente.

Proprio partendo dai concetti di pari dignità e costituzione, il magistrato, che è anche presindete della Garzanti, ha ricordato che “le regole non sono un obbligo ma uno strumento. Se solo ci chiedessimo come salvarci, allora la rispetteremmo. Ma serve conoscerle e capirle. E questo vale anche per la Costituzione”.

Inevitabile un passaggio sullo stato della magistratura oggi, sul concetto di giustizia a orologeria, sul fatto che Mani pulite alla fine non sia riuscita a diminuire la corruzione: “Ricordiamo ci sempre che un giudice è un essere umano, può sbagliare e se c’è una cosa che è difficile è l’essere indipendenti da se stessi. Per questo motivo ci sono i tre gradi di giudizio, una garanzia”.

Sulla corruzione è stato chiaro: “Non è un processo che risolve un problema sistemico”. E infine, il concetto di ‘legge uguale per tutti’ che non convinceva già Andreotti e oggi accompagna il pensiero comune dell’italiano. “Ci sono elementi che differenziano le posizione. La legge è uguale a parità di situazione e queste raramente sono identiche” conclude Colombo.

Che ha promesso di tornare, c’è tanto ancora di cui parlare perché, ama ricordare, “la libertà parte dal sapere”. Ma questo non deve significare conoscere anche quello che non serve, messaggio sulla riforma della giustizia, “penso alle intercettazioni di cui si abusa ma che sono fondamentali”, ma anche alla stretta sull’uso delle carte processuali, “che ci devono ricordare che un avviso di garanzia non significa essere colpevole, mentre questo spesso è il messaggio che passa e distorce la realtà”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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