di Raffaele Vitali
FERMO - Export, le Marche tornano a essere il motore produttivo d’Italia. “Vorremmo che nel 2023 si tornasse a parlare di Marche per il suo bello, che sia l’arte o la sua economia” aveva detto il governatore Francesco Acquaroli durante la Giornata celebrativa della regione. E di certo i numeri certificati da Istat e Camera di Commercio vanno nella direzione giusta, anche se ricostruzione e post alluvione sono la realtà da non dimenticare mai.
“Tutti i settori al centro dell'azione promozionale delle aziende speciali della Camera di Commercio, moda, agroalimentare, mobile e meccanica, contribuiscono in modo importante alla crescita del nostro export. Molto bene il calzaturiero nonostante la perdita di quote di mercato russo” commenta Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche, leggendo i dati dei primi nove mesi del 2022. La Russia infatti arriva a183,5 milioni euro, -19,9%, e precipita al 16° posto della graduatoria dei mercati di riferimento, ma resta al sesto posto per la moda.
Tutte le province marchigiane hanno segno positivo: Ancona +23,4%, Fermo +35,3%, Macerata +25,3%, Pesaro-Urbino +18,8% e Ascoli Piceno che quintuplica il valore del gennaio-settembre 2021 trainata dal farmaceutico.
“La Germania è il primo Paese di riferimento per tutte le nostre imprese, la Francia è sempre sul podio. Usa e Cina sono destinazioni importanti rispettivamente per mobile e moda. Sono segni incoraggianti che tracciano un'indicazione per il lavoro che ci aspetta per il 2023 alle porte e ci vedrà al fianco della Regione con Atim e Svem. Sarà un anno ricco di opportunità” ribadisce Sabatini. Boom per il Belgio con +391%.
Le Marche meglio dell’Italia che cresce del 23%: la Regione, in totale, aumenta dell’89,4%, togliendo il farmaceutico è 23,1. L'aumento delle esportazioni è molto elevato per le Isole (+69,2%), intorno alla media nazionale per il Centro (+23,9%) e il Nord-ovest (+20,2%), relativamente più contenuto per il Nord-est (+17,7%) e il Sud (+15,3%).
L'analisi provinciale dell'export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Ascoli Piceno (grazie alla Pfizer), Siracusa, Torino, Brescia, Cagliari, Vicenza, Modena, Bergamo e Bologna.
Nel dettaglio, per le Marche il settore ‘Medicinali e preparati farmaceutici’ ha chiuso con 7 miliardi di export, sette volte in più del 2021. A seguire, pre crescita, ‘Navi e imbarcazioni’ con 559,6 milioni e un +137,3%. Il calzaturiero è tornato sopra il 2019 e vale 1 miliardo e 55 milioni con un +34,4%. A seguire i metalli non ferrosi con 522 milioni.
A livello nazionale Fermo è la quarta provincia d’Italia per export di calzature, dietro solo a Firenze, Milano e Treviso. All’ottavo posto Macerata e all’undicesimo Ascoli Piceno, che fa registrare una grande performance. Va detto che Macerata (328 milioni) e Ascoli Piceno (171) insieme non raggiungono l’export della sola Fermo che è di 526.432 milioni di euro, che resta però lontana dal podio, considerando che al terzo posto c’è Treviso con oltre 900 milioni.
“Funziona la collaborazione con il sistema camerale. Nuovi bandi, accompagnamento all'export, ma anche incoming e digitale i prossimi step. Le calzature tornano al pre pandemia e il prossimo Micam ci più forti. Certamente le criticità permangono, dal costo del lavoro alla necessità di rivedere piani formativi e investimenti tecnologici, ma diciamo che possiamo andare più convinti di essere nella strada giusta” aggiunge l’assessore allo Sviluppo Economico, Andrea Maria Antonini.