di Raffaele Vitali
MONTEGIORGIO - Palazzo nobiliare del 16esimo secolo e dimora di Domenico Alaleona, oggi nuovo resort della famiglia Beleggia dopo un restauro conservativo: da qui, dal Palazzo Alaleona che domina il Fermano, parte la nuova campagna nazionale ‘Brosway for Unicef’ in occasione di San Valentino. Al fianco di Lanfranco Beleggia il sindaco Michele Ortenzi e le due presidenti dell’Unicef, la regionale Mirella Mazzarini e la provinciale Marina Vita.
“Una collaborazione tra due colossi per il bene dei bambini. Un’azienda presente in 30 Paesi del mondo e l’Unicef, che in 75 anni ha saputo coinvolgere 190 Paesi in progetti di miglioramento della qualità della vita. insieme portano avanti un’azione contro la malnutrizione infantile che riguarda 145 milioni di bambini” introduce Marina Vita.
Per Montegiorgio la Brosway è un fiore all’occhiello: “La nostra città vive in simbiosi con l’azienda che continua a investire nel nostro futuro, la riprova è questo palazzo che viene donato di nuovo al territorio. Ma – riprende il sindaco Ortenzi - ci sentiamo in simbiosi anche con Unicef, che da anni fa parte di Montegiorgio a cominciare con l’adozione di una Pigotta per ogni nuovo nato. Vedere questo connubio è la riprova della sensibilità che ci caratterizza e che accompagna l’attività della famiglia Beleggia”.
Ortenzi ha acquistato il braccialetto “anche se non ho a chi regalarlo” ammette sorridendo. Beleggia ha donato i bracciali che ora sono in vendita sul sito dell’Unicef. “Comperando il bracciale, si fa un doppio regalo. Il primo alla persona amata, il secondo al bambino malnutrito. Per ogni bracciale acquistato si forniscono 10 settimane di alimenti terapeutici per chi è in situazione di disagio” riprende Vita.
Beleggia non è uno che ama parlare, lui è un uomo del fare. “Ma oggi un imprenditore non può non guardarsi intorno, non capire che la ricchezza è qualcosa che deve essere distribuito. Non mi spoglio dei miei beni per l’Unicef, ma cerco di contribuire con un gesto magari piccoli ma importante. Fa male sapere che di fronte ai nostri sprechi, ci sia chi non ha da mangiare. Non c’è ricchezza fino a che ci sarà povertà e non c’è futuro se non si lavora per il futuro, migliorando la vita di tutti. Questo fa una azienda, crea lavoro e ricchezza, ma non basta, perché c’è un mondo che chiede aiuto”. E in questo mondo si trovano anche 385milioni di bambini under 18 che vivono in povertà estrema.
Beleggia non agisce per incassare ammirazione: “Questo palazzo, con sei anni di lavoro affidati a tanti artigiani, l’ho recuperato perché l’ho sentito un dovere. i grazie che ricevo mi lusingano, ma passano subito, io agisco perché lo sento. L’incontro con l’Unicef è stata casuale, ne avevo contezza solo in aereo, dove spesso ho visto campagne di raccolta fondi. Noi lavoriamo con tante associazioni benefiche e sono contento oggi di ampliare l’azione”.
Un uomo concreto con valori profondi. “Il valore per la bellezza e un amore per il territorio che si unisce al valore dell’aiuto all’altro, a chi ha bisogno”. Così lo descriveva in una intervista la figlia Beatrice Beleggia. E questo torna nelle parole del numero uno dell’azienda di gioielli, capace di passare da un garage in ci faceva cinturini a un colosso mondiale.
Per l’Unicef la sezione di Fermo è una delle più dinamiche. Dalla festa dell’11 dicembre, per celebrare i 75 anni di vita di chi è nato quando di fronte alla Seconda guerra mondiale con bambini senza casa e cibo, le Nazioni Unite crearono il primo fondo diventato poi Unicef, a queste azioni che coinvolgono ogni angolo dell’Italia.
La presidente regionale consegna poi ai protagonisti il testo per la convenzione di diritti dell’infanzia, 54 articoli di cui uno dedicato proprio alla malnutrizione. Al mondo muore un bambino ogni 10 secondi e, ad esempio, ci sono paesi come l’Afghanistan in cui un bambino su due è malnutrito”.
Ecco che il pensiero di Lanfranco Beleggia di non voltarsi dall’altra parte solo perché un problema è lontano diventa fondamentale. “Noi ci muoviamo affinché la sorte del bambino sia migliore. Malnutrizione significa non avere il cibo necessario per crescere e quindi per impegnarsi nello studio, nella vita. Insieme, anche oggi, accresciamo la rete dell’umanizzazione” conclude Mirella Mazzarini.
Il braccialetto diventa così il simbolo di un legame che esprime solidarietà, desiderio di felicità per l’altro e amore. “Un prodotto che piace. Un dato su tutti. Un anno fa, la scelta fu su un anello. Bene, quest’anno le vendite sono quintuplicate, a riprova del prodotto perfetto che ha messo a disposizione la Brosway” chiosa Marina Vita ringraziando Daniela Alessandrini, past presidente Unicef Fermo, per avere creduto in un sogno, creare un comitato nel 2018 anche nelal piccola provincia.