Due i filoni della sua era: la digitalizzazione dei servizi di accoglienza turistica e Marca in bus.
di Raffaele Vitali
FERMO – L’era di Stefano Pompozzi alla guida di MarcaFermana è finita. “Tre anni e mezzo che sono volati” esordisce il neo consigliere del presidente Luca Ceriscioli in Regione. “Nel 2016 venni scelto in un momento complicato per l’associazione, venni scelto come garanzia dai soci pubblici in particolare” spiega.
Parla con i fatti: “C’era un quadro complesso per relazioni umane ed economiche. Facile scaricare tutto su chi mi ha preceduto, ma non era così. Il punto, però, era decidere se andare avanti o chiudere l’associazione. La mia fu una sfida accettata con timore e responsabilità”.
E la sfida l’ha vinta: “Conti in ordine, equilibri interni più sereni. Abbiamo aperto un canale di dialogo e collaborazione con la Regione, che dal 2015 gestisce il Turismo, prima della Provincia. quello è staio il momento in cui Marcafermana ha accresciuto il suo ruolo, superando quell’essere doppione con l’assessorato provinciale al Turismo”.
Pompozzi per tre anni e mezzo si è mosso con il direttivo e i due dipendenti di Marcafermana: “Abbiamo pianificato fiere nazionali e internazionali, una trentina. Prima di puntare su progetti robusti, pochi ma buoni”.
Due i filoni della sua era: la digitalizzazione dei servizi di accoglienza turistica “e parlo dell’App SmartMarca con partner importanti, in primis le Università, e investimenti onerosi che dà un servizio a tutti i comuni a costo zero e informazioni per i turisti”. A questo si aggiungono gli ovetti interattivi in venti comuni, che nel futuro saranno implementati, come le realtà aumentate, magari per i Crivelli di Sant’Elpidio a Mare; Marca in bus: “Un’idea anche banale ma che coinvolgendo un ampio parterre di soggetti ha fatto superare le tare che hanno fatto fare flop a questo servizio in passato. Ue anni di attività che ha coinvolto quasi 3mila utenti con richieste raddoppiate”.
Non lascia incompiute: “La progettazione di SmartMarca ha già chiuso la rendicontazione per i fondi Gal. Il mio mandato sarebbe scaduto a giugno, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo, ma coincidendo con l’estate abbiamo prorogato. Ma martedì 26 ci sarà un nuovo presidente a cui darò la mia collaborazione fin all’approvazione del consuntivo, che non avrà problemi”.
La Regione ha garantito che inserirà nel Bilancio 2020 la somma necessaria per coprire l’attività di Marca in Bus del 2019 e in parte il 2020. “E come ciliegina il fatto che l’Osservatorio digitale e turismo delle Marche ha certificato la nostra attività di digitalizzazione dei servizi di accoglienza”.
A dire il vero un’incompiuta c’è: “È in carico alla parte pubblica. il nome dell’associazione è cresciuta, ma il primo compito del nuovo presidente è convogliare le energie per l’ultimo miglio, quello delle ‘cabine di regia’ di cui tutti abusano. Credo che se veramente il territorio avverte la necessità di una cabina di regia è fuor di dubbio che queste caratteristiche ce le ha solo MarcaFermana, dove sindaci e presidenti di associazioni di categoria sono andati volontariamente davanti a un notaio per farla nascere”.
Perché non c'è riuscito Pompozzi? “Non è facile far collaborare sul turismo ogni comunità, si teme la perdita di un pezzetto di identità. Nel prossimo triennio si gioca la partita, essendo superato lo scetticismo che ci portavamo dal passato”. Per farlo servono risorse: “Nel 2018 abbiamo intercettato oltre 100mila euro dalla Regione. Chiaro che questo rende i soci più attivi, ti siedi al tavolo per spendere e ti senti protagonista. Non va mai dimenticato che questa è un’associazione privata, con soci pubblici, per cui i fondi vanno trovati per andare oltre le quote dei soci”.
Da 200 a 2mila euro la quota base per i Comuni, poco più di cento euro per le Associazioni: le entrate delle quote garantiscono 15-16mila euro annue. “A questo si sommano gli ‘amici’, come la Fondazione Carifermo e non solo quindi la Regione Marche. Tutto questo ci ha permesso di lasciare tutte le spese coperte con un avanzo certo di 10mila euro da utilizzare per la prossima attività”.
Già scelto il suo erede? “Non lo so. Ho impegno in Provincia e in Comune che mi impegnano. Senza questi due ruoli mi sarei ricandidato. MarcaFermana ha bisogno di tempo. Auspico, visto che l’obiettivo è diventare davvero la ‘cabina di regia’ una buona partenza potrebbe essere avere un candidato condiviso. Il nome unico sarebbe ottimo, darebbe al futuro o futura presidente una forza chiave”.