FERMO – E Hackathon sia: il team degli informatici dell’Iti Montani entra in azione per un fine settimana dedicato a Leonardo, il compagno di scuola scomparso troppo presto. “Quando è mancato, nel giro di pochi minuti ci siamo incontrati con i suoi compagni online. C’era un gran silenzio e poca voglia di parlare. Poi un suo compagno ci ha detto: ‘A Leonardo piacevano le sfide, lui l’avrebbe risolta in 20 minuti’. E da qui è nata l’idea, una sfida iper tecnologica in poco tempo” spiega il professor Francesco Imbimbo.
Mentre parla, guarda i genitori di Leonardo, seduti in prima fila. “Perché la famiglia Bellanova – riprende la dirigente Stefania Scatasta – è molto presente ancora nella scuola e vuole essere vicina a chi deve vincere le fide della vita”.
È nato così Hackathon 20:20, ovvero 20 ore e 20 minuti consecutivi in cui realizzare qualcosa di particolare, un codice che può cambiare il futuro. In gioco ci sono studenti del quarto e quinto anno. Il 28 marzo si ritroveranno alle 1430 e saranno impegnati fino alle 1220, quando verrà premiato il vincitore della gara e verrà consegnata la borsa di studio da parte della famiglia di Leonardo.
Occhi lucidi per i genitori di Leonardo, voce commossa per i docenti che intervengono. Insieme hanno creato una rete con cinque aziende top delle Marche, leader in tecnologia: Cooder, Getby, Overside, Sys Dat Group ed Enter, ognuna contribuisce con 500 euro, ma soprattutto sono parte dell’organizzazione del progetto. “Ci hanno detto subito sì quando le abbiamo chiamate”.
‘Il ragazzo dei 20 minuti’ è il titolo della sfida e nasce da una classica frase di Leonardo di fronte a un compito da completare. “Come l’abbiamo proposto, dai docenti al personale Ata, tutti si sono detti pronti ai turni notturni. E così gli ex allievi che ci supportano come tutor, ma qualche universitario parteciperà anche all’interno di ogni squadra” prosegue il prof. È come se gli studenti vivessero un Pcto intensivo, dopo le quattro settimane vissute nei due ani finali e la possibilità estiva, con 25 ore settimanali.
L’Hackathon del 28-29 marzo è una notte con la tazza di caffè, “ne abbiamo ordinati 200”, per arrivare alle 9.20 con il codice definitivo da presentare per poi sperare di salire sul podio e ricevere anche la borsa di studio della famiglia belladonna. “Parliamo di programmatori, per valutare al meglio quanto fatto è stata istituita una commissione tecnica di cui fa parte anche Gabriele Belladonna, che è un informatico” prosegue il professore. C’è poi la commissione generale con figure delle aziende.
Cosa dovranno fare i ragazzi? Si parla di Digital Carbon Footprint, quindi di sostenibilità anche per il settore digitale che rappresenta il 3% del gas serra, ma in costante aumento (+450% tra 2010 e 2018). Consideriamo che sono oltre 50miliardi le tonnellate di CO2 prodotte ogni anni. A livello di strumenti, si pensa alle grandi infrastrutture, ma è il quotidiano che impatta, infatti cellulari, smart tv o pc valgono il 40% delle emissioni” aggiunge un altro docente del Montani.
I ragazzi dovranno riflettere sul fatto che ‘il digitale non è immateriale’ e quindi cercare una ‘sobrietà digitale’ ricordando che consapevolezza e creatività danno sostenibilità. In venti ore i ragazzi dovranno ideare, progettare, prototipare e presentare. E magari conquistarsi un posto in una delle aziende top.
r.vit.