FERMO - Emergenza abitativa? Fermo trova una prima risposta, anzi più di una, perché il problema è complesso e richiede più azioni. In Giunta, martedì abbiamo approvato due misure legate al problema abitativo” introduce il sindaco Paolo Calcinaro.
“Abbiamo già assegnato 47 case popolari ed entro gennaio arriveremo a 63. Teniamo conto che a Fermo tra i primi nella graduatoria dell’Erap, ovvero chi ha un punteggio che testa una reale precarietà di alloggio, e le nostre case emergenziali, sono circa duecento i fermani bisognosi di una risposta” prosegue. Per questo necessario agire, su più fronti
La prima misura è di carattere sociale. “Anni fa ideammo un appartamento in via Graffigna destinato a persone singole, poi durante il Covid è stato bloccato nella sua funzione e destinato a un nucleo familiare. Oggi lo riprendiamo e gli ridiamo piena operatività, ospiterà fino a un massimo di tre persone. “Inserimenti ben ragionati, per non creare poi tensioni”. L’appartamento sociale per individui è come sempre gestito dagli assistenti sociali, “che valutano in primis la compatibilità delle persone”.
Recuperare gli spazi inutilizzati è una necessità. “Il problema delle abitazioni a Fermo è uno dei più forti” precisa l’assessore Mirco Giampieri. Tra 110% e sisma, molti proprietari sono andati in affitto in altre abitazioni e così diventa complicato. Anche perché tra studenti e air b&b le strade per un proprietario sono diverse e anche più comode.
“Non è solo uno spazio, a chi sarà ospitato nell’appartamento seguiranno formazione e inserimento lavorativo. Parliamo di un vero sostegno. Ma non solo, pensiamo anche ai separati, potrebbe essere una risposta anche a loro. In ogni caso l’appartamento sarà il cuore di una rete solidale” ribadisce.
La seconda misura è anche di riqualificazione urbana in via Leopardi, vicino al convento. Case che fanno parte del complesso di Fontevecchia, inserite nell’ambito del progetto di riqualificazione ma senza una destinazione. Qui entra in gioco l’Ambito XIX che ha un ruolo cruciale, non solo per le risorse che porta.
“Per questo – spiega Ingrid Luciani – insieme con l’Ambito si è deciso, potendo partecipare a un bando del Pnrr per l’housing first, di unire i percorsi. Con delibera abbiamo approvato il progetto di fattibilità, seguito dall’ingegner Catalini, con la parte economica relativa a finiture e impianti affidata all’Ambito”.
Alla fine sarà recuperata una unità immobiliare: ingresso in via Leopardi, al primo piano ci sarà un appartamento per sei persone. “In un colpo solo diamo nuova vita a un pezzo del centro storico e diamo una ulteriore risposta alla difficoltà abitativa” sottolinea soddisfatto il sindaco.
Essendo un appartamento di housing sociale, come via Graffigna, avrà una regolamentazione e degli operatori che seguiranno le persone per passare alla fase di consolidamento, “altrimenti non avremo mai ricambio. Serve una manutenzione delle relazioni, dell’autonomia delle persone. Per cui tirocini e primi lavori saranno perseguiti grazie a un fondo che gestiamo” precisa il direttore dell’Ambito, Alessandro Ranieri.
Che farà firmare dei patti di inclusione abitativa e sociale al fine di raggiungere degli obiettivi, come accade con l’assegno sociale. “E stiamo pensando di creare, anche con gli altri comuni, un fondo, di almeno 50mila euro, per la garanzia degli affitti. In questo modo speriamo di sbloccare appartamenti sfitti che i proprietari preferiscono tenere vuoti piuttosto che vincolarli a chi è in difficoltà. Con il supporto dell’Ambito speriamo di superare questo limite” aggiunge.
Il tutto in attesa delle abitazioni Sacri Cuori, destinata ad alloggi di carattere sociale, via Graziani e Palazzo Trevisani, “appartamenti sono destinati alle categorie protette, dagli anziani autosufficienti a donne con bambini o forze dell’ordine con basso reddito”.
Senza dimenticare Girola “dove daremo una risposta abitativa a chi vuole venire a vivere a Fermo, perché no trova affitti e rinuncerebbe a questo territorio” conclude Calcinaro.
r.vit.