FERMO – “Consapevoli dell'impegno e della responsabilità a cui siamo chiamati, da tempo stanno lavorando, individuando collaborazioni e organizzando il lavoro con l'obiettivo di procedere celermente all'espletamento delle fasi iniziali e incentivare, al meglio e in tempi rapidi, la ricostruzione”. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo, plaude alla nuova ordinanza del commissario straordinario Giovanni Legnini che fa delle chiese una ricostruzione privata e non pubblica, accelerando così le procedure. Un atto che dovrebbe velocizzare la ricostruzione, inclusa quella delle 65 chiese fermane, e maceratesi, che attendono di riaprire le porte e accogliere i fedeli.
L’ordinanza 105(LEGGI) Semplificazione della ricostruzione degli edifici di culto è stata pubblicata da pochi giorni e già fa bene sperare. “Nell’ordinanza sono inseriti i 65 interventi per 30milioni e 880mila euro. Una somma già stanziata con la novità che viene eliminato il tetto di spesa di 600mila euro per un singolo intervento, fatto che permette di rivedere l’elenco con l'inserimento degli edifici e interventi di importo superiore nei centri abitati più colpiti dal sisma del 2016” spiega Pennacchio che ribadisce la collaborazione in essere con Legnigni “che ha recepito le esigenze e le criticità sottoposte dalle diocesi interessate dalla ricostruzione”.
Fondamentale anche il ruolo della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana che, attraverso l'Ufficio Beni culturali ed Edilizia di Culto e l'Ufficio per i problemi Giuridici, ha costantemente monitorato e coordinato le varie fasi. Ora non resta che vincere la burocrazia.
E da qui l’ultimo appello dell’arcivescovo di Fermo: “Si auspica la fattiva collaborazione fra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, affinché la sfida che ci attende nei prossimi anni possa essere vinta. È ferma intenzione dell'Arcidiocesi di Fermo procedere all'avvio di un consistente numero di interventi così da riaprire un buon numero di chiese, oggi inagibili, riconsegnando alle Comunità spazi di incontro e condivisione, di bellezza, storia e fede che meritano di essere valorizzate e apprezzate anche in prospettiva di un sviluppo sostenibile e di una rinnovata crescita”.
r.vit.