Sono usciti i dati relativi ai saldi: -40% per il settore moda. Pazienza, dirà qualcuno, del resto non uscendo, perché bisogna cambiare il guardaroba. Ed è proprio così. Il mondo del fashion, che ha nelle Marche una fetta consistente del suo cuore (scarpe, borse, jeans, abiti da cerimonia), vive di sguardi, di voglia di mettersi in mostra, insomma di ego. Tutti fattori rimasti in un cassetto durante questo lungo anno pandemico.
Alla fine, la pancia ha sempre bisogno di essere riempita. E quindi basta un giorno di libertà, magari con il sole per la costa e due fiocchi di neve per i Sibillini, che i ristoranti si riempiono. I bar tornano al centro della vita pubblica e anche chi sta dietro un bancone può sorridere.
Certo, sono sorrisi brevi, ma quanto fanno bene. Basta parlare con un ristoratore il lunedì mattina e ci si rende conto di come un colore cambi la vita.
Ma non è così per tutti. in questo sistema di assistenzialismo creato in era pandemica ci sono molti buchi. Uno è quello relativo alle attività commerciali, rimaste aperte ma vuote per osmosi: se non esco di casa, non riempio il negozio. Eppure, di ristori se ne sono visti pochi e quindi, si chiude, vedi Buschi in piazza Fermo.
Peggio ancora per chi produce e per il mondo fatto di agenti di commercio, grafici, pubblicitari e via dicendo. Un mondo fatto di partite iva che, dati alla mano, saranno quelle che davvero chiudono. Altro che blocco dei licenziamenti nelle aziende, che tanto prima o poi dovranno ristrutturarsi. Il professionista è solo, un po’ come la scarpa in vetrina, bella e impossibile visto che quelle che si hanno ai piedi hanno ancora la suola nuova.
Le stagioni passano, il meteo cambia, gli alberi sono in fiore, i piedi si scoprono. Ma qualcuno lo sa che senza vendite invernali i calzaturifici chiudono? Pelle e manodopera pesano sulle spese, ma incidono anche sui guadagni.
Non di soli sandali è fatto l’uomo e di certo non di sandali vive il distretto che ci si vantava di definire più importante d’Italia e che grazie alla sua florida economia finanziava teatri e mostre, ovvero cultura.
direttore www.laprovinciadifermo.com - @raffaelevitali