FERMO- Potrebbe andare meglio l’economia delle Marche. Questo fotografano i dati di TrendMarche, lo studio sulla micro e piccola impresa marchigiana, realizzato ogni semestre da Cna e Confartigianato Marche, con il contributo di Intesa Sanpaolo e la collaborazione delle università Politecnica delle Marche e Urbino Carlo Bo. “ Nel 2023 sono state 4.861 le imprese marchigiane che hanno chiuso. Un calo che corrisponde al 3,5% del sistema produttivo regionale” sottolineano gli esperti. La maggior perdita di imprese si è registrata nel commercio (-1.678) e in agricoltura (-1.369).
“L'artigianato ha pagato un pesante tributo alle crisi di un anno difficile, perdendo 1.114 imprese attive- spiegano il presidente della Cna Marche Paolo Silenzi e il vicepresidente della Confartigianato Imprese Marche Paolo Longhi -. Per la prima volta le imprese artigiane marchigiane in attività sono scese sotto quota 40.000. Alla fine del 2023 erano 39.543 rispetto alle 48.790 del 2013. In dieci anni sono scomparse 9.247 imprese artigiane con la perdita di 30.000 addetti nel settore".
Il calo riguarda ogni comprato: nel settore delle costruzioni, malgrado il traino dei bonus edilizi, nelle attività manifatturiere (-636 imprese), nei servizi di alloggio e ristorazione (-256) e nei trasporti (-188). Nel settore manifatturiero a cessare l'attività sono state soprattutto le imprese dell'abbigliamento (-174 pari al 10% del totale delle imprese attive nel settore) seguite da quelle della meccanica (-152), del calzaturiero (-118) e del legno mobile (-70).
E dopo tempo diminuiscono i lavoratori autonomi. Per fortuna hanno resistito i ricavi del sistema imprenditoriale, ma sono diminuiti gli investimenti del 17,8%, in particolare quelli in macchinari e impianti così come le spese per consumi (-5,6%).
Su questo punto Acquaroli, intervenuto alla presentazione "La liquidità per la sopravvivenza delle nostre piccole imprese è fondamentale. Bisogna mettere le imprese in condizione di resistere e le banche devono fare la loro parte. Superare la stretta creditizia per finanziare gli investimenti in innovazione e digitalizzazione".
Un messaggio chiaro e diretto intanto al mondo Intesa san Paolo: “Servono garanzie per l'accesso al credito di artigiani e microimprese. Abbiamo messo a disposizione con la legge 20, venti milioni di euro di garanzia e in pochi giorni ci sono state quasi 2.000 domande per 106 milioni di euro di investimenti. Nel 2023 - ha ricordato il governatore - i prestiti alle imprese marchigiane sono diminuiti di quasi il 10%. Occorre ricominciare a finanziare le idee ed i buoni progetti dei nostri imprenditori ".
Per il 2024 si guarda con fiducia al Turismo “la filiera dà buoni segnali” spiega Giovanni Foresti della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Che prevede anche un miglioramento per elettronica, servizi e agroalimentare. “Le attese sono invece più conservative per settori come sistema casa e sistema moda o per i piccoli esercizi commerciali non alimentari, che nella prima parte dell'anno in corso continueranno a risentire dell'alta inflazione degli anni passati, che ha eroso potere d'acquisto delle famiglie", conclude Foresti.
Ma Vincenzo De Marino, Direttore Commerciale Retail Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo, non ci sta a passare come il ‘cattivo’ del gruppo: “Export, innovazione, sostenibilità e digitalizzazione si confermano essere i pilastri della competitività anche in un contesto geopolitico di incertezza. Nel 2023 come Direzione Regionale abbiamo erogato alle imprese marchigiane nuovi finanziamenti per 630milioni di euro. Ad oggi per facilitare l'accesso al credito abbiamo siglato 23 contratti di filiera, che coinvolgono 350 fornitori per un giro d'affari complessivo di 2,2 miliardi di euro”.