"Tutti i settori hanno sperimentato gli effetti negativi del blocco delle produzioni indotto dai provvedimenti governativi. Peraltro, il forte rallentamento ha interessato in maniera crescente anche le imprese operanti sui mercati internazionali, data la diffusione della pandemia nei principali mercati di esportazione e i provvedimenti di chiusura adottati dalla gran parte dei paesi di esportazione dei prodotti regionali" spiega Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche.
Il secondo trimestre 2020 si è chiuso in netto calo per l'industria manifatturiera regionale, con attività produttiva e commerciale in forte rallentamento rispetto a quanto rilevato nel secondo trimestre 2019. Secondo i risultati dell'Indagine Trimestrale condotta dal Centro Studi ''Giuseppe Guzzini'' di Confindustria Marche, in collaborazione con Ubi Banca, nel trimestre aprile-giugno 2020, la produzione industriale ha registrato una flessione del 33,8% su base tendenziale.
Tutti i settori in calo, tranne l’agroalimentare. Le dichiarazioni degli operatori intervistati confermano il marcato rallentamento dell'industria regionale: si contrae in maniera significativa la quota di aziende interessate da aumenti della produzione (10% contro 18% della rilevazione precedente), mentre sale marcatamente la quota di operatori con produzione stazionaria o in calo (87% contro 82% della rilevazione del primo trimestre 2020).
In forte calo l'attività commerciale complessiva nel secondo trimestre 2020: l'andamento delle vendite in termini reali ha registrato una flessione del 33,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un andamento negativo sia sul mercato interno (-35,8%) che sul mercato estero (-31,1%).
Stabile l’occupazione, con un -1,3%, mentre cresce la cassa integrazione passata da 2,7milioni di ore a 51milioni. "Abbiamo solo un dato positivo, le stime degli operatori sia per la produzione sia per le vendite nel terzo trimestre del 2020 sono in crescita".