di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELIDIO – Le Viozzi è una delle aziende più brillanti di Porto Sant’Elpidio. Prima del Covid produceva 50mila paia all’anno di scarpe da donna fatturando 3,5 milioni, “il nostro obiettivo era di arrivare a 4 nel 2020, ma lo rimandiamo”. Oggi lotta, come tutti: “Abbiamo ordini che ci permettono di lavorare fino a luglio” spiegano i titolari, Giampaolo e Guido, che hanno aperto le porte a Francesco Acquaroli, il volto che sta cercando di compattare il centrodestra nelle Marche: “Oggi sono il candidato di Fratelli d’Italia, a breve vedremo la decisione della coalizione. Quello che è certo è che dobbiamo unirci e vincere per cambiare il malgoverno” spiega, senza nascondersi, dopo aver ascoltato gli imprenditori.
C’è sempre da imparare entrando in una azienda, tra le manovie e le macchine da taglio appena acquistate: “Abbiamo fatto un gande investimento per aumentare la qualità, potendo controllare e affidare il taglio delle pelli direttamente ai nostri dipendenti” aggiungono.
Poi però è arrivato il Covid: “Le commesse del Micam? Il 60% annullate. E siamo stati fortunati. Noi lavoriamo in Italia con il nostro brand e all’estero per grandi gruppi a cui forniamo tutto”. Pronte in partenza ci sono decide e decine di scatole, direzione Gran Bretagna. E poi un ordine per la Svizzera, la Germania e il Canada.
I dipendenti sono 18, “eravamo 22 pre Covid”. La nuova sfida è in autunno: “Se a ottobre gli ordini saranno confermati potremo chiudere l’anno in maniera positiva. Questa prima stagione l’abbiamo chiusa con 5mila paia prodotte contro le 22mila previste. Per fortuna siamo un’azienda solida, che da dieci anni cresce” precisa Guido Viozzi.
Acquaroli ha ascoltato e molte delle parole le riporterà in aula: “Che la cassa integrazione ai dipendenti non sia stata ancora pagata è incredibile, così come la liquidità promessa e arrivata con il contagocce. Non è questo il modo di affrontare la crisi e soprattutto non può essere questo il modo di affrontare la realtà da settembre, quando molte imprese non riusciranno a riaprire senza politiche mirate e concrete”.
Ma il calzaturiero è tenace, non demorde: “Noi siamo qui, lavoriamo sperando che gli ordini vengano confermati e soprattutto pagati. La prima fattura tornata indietro con l’assegno mi ha quasi commosso. Gli ho mandato una bottiglia di Champagne al cliente, perché era il primo dopo molto tempo che non rinviava il pagamento. Purtroppo le mancate consegne hanno aumentato la merce in magazzino, ora abbiamo aperto un outlet, ma non è facile, è un mercato che non abbiamo mai gestito prima e non può essere la soluzione” concludono gli imprenditori mentre l’onorevole, accompagnato da Andrea Putzu e Andrea Agostini, riprende la strada verso il nord delle Marche.
Code permettendo: “L’ultima volta ci ho messo un’ora da Grottammare a Porto San Giorgio. oggi le infrastrutture non sembrano una priorità, perché bisogna sopravvivere, ma la Regione deve farsi sentire, deve agire e far sì che le Marche siano considerate e non come oggi dimenticate”.