di Raffaele Vitali
FERMO – Carlo Bonomi entra al teatro dell’Aquila alle 10.15, in grande anticipo. La piccola e solida Confindustria Fermo merita il suo tempo e le sue analisi. Come tempo merita la relazione del presidente Fabrizio Luciani, che mette sul tavolo tanti temi: la mancanza di manodopera, l’export che non c’è più verso alcuni paesi, l’accesso al credito, le infrastrutture.
“Gli anni a venire dicono gli esperti che saranno volatili, perché si cambierà spesso. Bene lavorare a testa bassa, ma ogni tanto va alzato lo sguardo per capire dove deve navigare la barca” introduce Roberto Tallei, giornalista di Sky Tg24 che ha condotto la mattinata.
“Non possiamo permetterci di perdere la vivacità e l’innovatività della componente più importante dello sviluppo del sistema economico provinciale, quella che ha garantito nei decenni crescita e ricchezza all’intero tessuto economico. Noi produciamo, noi creiamo, noi siamo la provincia del bello e ben fatto, del made in Italy. Che va dalle calzature alla meccanica, dell'agroalimentare ai cappelli e alle tecnologie più avanzate” sottolinea Luciani.
Che ribadisce: “Per riuscirci, per non perdere posizioni, serve uno sforzo mirato e congiunto di imprese e istituzioni. Occorre mettere al centro delle nostre agende una strategia di interventi e misure di lungo respiro finalizzate a garantire la tenuta e la continuità del tessuto produttivo. Le imprese hanno voglia di investire, perché la crescita porta benessere a tutti, dai dipendenti al territorio in cui operano”.
Le istituzioni sono in sala, ogni livello è rappresentato. Dal Governo, con il viceministro Valentino Valentini, al sottosegretario al Mef Lucia Albano, dal senatore Castelli alla consigliera regionale Marcozzi fino al sindaco di Fermo e al prefetto, oltre a tutto il mondo economico: Camera di commercio, Svem, Cna o Confartigianato e sindacati.
“Confidiamo molto sui fondi del PNRR, un intervento di risorse senza precedenti, che dobbiamo indirizzare su alcune priorità chiare per il nostro territorio con l’obiettivo di portare una crescita del nostro PIL. E poi ci sono i bandi del nuovo settennato. Ma che siano semplici e mirati, so che Regione e Svem, guidata dal nostro associato Andrea Santori, sono impegnati proprio in questo percorso”.
L’ultimo input, tra i tanti, è quello sulle necessità che il sistema economico rileva: le infrastrutture, “il piano per l’A14 è chiaro, non mettiamo paletti” il messaggio di Luciani ai suoi, le competenze delle risorse umane e la formazione, “con Università e Its stiamo strutturando percorsi efficaci”, l’innovazione, la digitalizzazione e lo sviluppo più sostenibile, “il green è il presente, non il futuro”.
Parole che hanno un filo conduttore: i giovani. Che in sala sono rappresentati da due classi, una del classico e una dello Scientifico. A loro si rivolgono alcuni degli ospiti, da Sabatini a Tintinelli fino allo stesso Luciani. "Se ci sono migliaia di posti di lavoro che restano senza risposta, la questione non è Fermana, è nazionale - prosegue il numero uno fermano -. Ma per noi pesa ancora di più. Molte aziende, dalla moda alla meccanica, non riescono a trovare le figure professionali, a cominciare dagli operai specializzati. Emergenza destinata a peggiorare nel medio periodo, dobbiamo migliorare il match tra formazione e occupazione.
Il sindaco di Fermo apre il valzer delle istituzioni, chiamate a dare risposte all’economia. “Nel Fermano abbiamo bisogno della parola d’ordine che è sviluppo. È quello che porta lavoro, futuro, economia. Oggi il nostro territorio è soggetto di fortissimi investimenti e lo accompagniamo con una urbanistica flessibile, non dirigistica”. Lancia anche un messaggio agli imprenditori: “Abbiamo sviluppato il corso di Ingegneri, lo ricordo agli imprenditori. Vengono ‘depredati’ da tanti settori produttivi della regione, sono una risorsa. Trovano lavoro prima di laurearsi, approfittiamone, investiamoci”.
Piace al prefetto Michele Rocchegiani il format dell’assemblea che ai due grandi ospiti, Bonomi e Valentini, ha abbinato una tavola rotonda con un imprenditore del turismo come Filippetti, lo chef stellato Abou Zaki e il consulente dei grandi fondi di investimento Tintinelli. “Non ci sono solo le scarpe in questa terra, che le sa fare benissimo. C’è il turismo che viene valorizzato. Pochi giorni fa – ricorda Rocchegiani - il protocollo d’intesa tra i sei comuni costieri per lo sviluppo di un piano di marketing turistico che ha come scopo la nascita di un brand. Se valorizzare il made in Italy ha una logica, questa è quella da seguire”.
Che fare rete serva lo dice da sempre Gino Sabatini: “La presenza di Bonomi ci arricchisce, ormai è un cittadino onorario, viene e promuove il nostro territorio. Abbiamo qui a Fermo un distretto della moda importantissimo, ma grandi ricchezze. Unire turismo e internazionalizzazione è fondamentale, oggi Confindustria lo fa nella sua tavola rotonda. Insieme si cresce, ma per farlo dobbiamo sviluppare il rapporto con i giovani”.
E giovane è Roberto Cardinali, presidente di Confindustria Marche: “Dico con orgoglio che il sistema manifatturiero regionale è una delle capitali mondiali. Rispetto allo scenario globale, non abbiamo un consumo interno in crescita o per la disponibilità delle materie prime, ma sappiamo fare prodotti unici e inevitabili. Proteggiamo il bello e ben fatto. Ma non possiamo fermarci all’orgoglio di ciò che siamo. Lo stimolo al cambiamento non deve venire meno. Siamo in una stabile instabilità, ma i giovani ci aiuteranno”.
E ad aiutare ci proverà anche il Governo, lo ribadisce Lucia Labano, prima dell’intervista di Tallei a Valentini: “Noi siamo un alleato di chi crea posti di lavoro. Fisco, bilancio e Pnrr: tre strumenti che insieme agevoleranno il sistema economico. Un must è il ‘più assumi e meno paghi’. E poi il credito d’imposta per sostenere la transizione verde e digitale e il supporto alle Pmi per l’autoproduzione di energia. Tante misure che con la quarta rata del Pnrr renderemo realtà”.
Servono incentivi, ma soprattutto serve una visione. che è chiara in Filippetti e Abou Zaki, uno costruisce alberghi, l’altro opere d’arte dentro i piatti. “Dobbiamo fare attenzione quando parliamo di made in Italy e di bello e ben fatto, perché è importante anche focalizzare un paio di punti di forza. Il rischio, a volte, è che quando si ha tutto si finisce per non avere niente. Comunicare è fondamentale. Sappiamo di avere un gap infrastrutturale importante, la gente vuole sempre più vedere tutto in poco tempo. E se già ci vogliono quattro ore per arrivare nelle Marche da Milano, l’appeal cala. Se miglioriamo, attireremo sempre più turisti”.
E soprattutto si attirerebbe anche fuori stagione. perché non si può lavorare 4 mesi l’anno. Vale per gli alberghi, vale per i ristoranti, ancora di più di livello come quello di Richard Abou Zaki: “Questo territorio, questa regione, sono un unicum. Sono arrivato nel 2020, ho lasciato il miglior ristorante al mondo perché ho creduto in Porto San Giorgio e nel mio sogno. Oggi trovo una regione che ha raddoppiato gli stellati e cresce, soprattutto nel sud delle Marche. ma dobbiamo smettere di essere un luogo di passaggio, le persone qui ci devono venire e devono fermarsi. Noi con il cibo lo facciamo, se uno mangia da noi, poi dorme e magari va a comprare un paio di scarpe. Insieme dobbiamo superare la stagionalità, i posti di lavoro durano un anno, non posso dire ai miei trenta dipendenti ci rivediamo tra cinque mesi. Facciamo sistema”.
Magari anche con l’aiuto da ‘fuori’, come quello che può portare Massimiliano Tintinelli, un riferimento nel mondo dei private equity (intervista in un articolo a parte, ndr). “Siamo attrattivi. Non ci favoriscono le infrastrutture. Io vivo le Marche nel we, il ritorno è un disastro. Speriamo regga il volo. Prospettiva c’è. Questi investimenti. Quando un private equity investe è moltiplicatorio. Avremo bisogno nelle Marche non solo di operatori verticali su fabbriche manovie, servono anche manager. I ragazzi lo devono sapere, son loro che traghetteranno le Marche verso nuove opportunità”.
Il buono c’è, il made in Italy è una garanzia, Governo e istituzioni faranno la loro parte, ma anche gli imprenditori devono crederci: “Ci serve un approccio completo e armonico della gestione aziendale e del territorio. Questo include l'attenzione all'eccellenza operativa, alla qualità del prodotto o servizio, all'innovazione continua, alla sostenibilità, all'impegno sociale, alla gestione delle risorse umane e all'allineamento con valori etici e culturali. Sono certo che insieme, anche grazie ai contributi che oggi i nostri ospiti ci hanno lasciato, sapremo creare un ambiente aziendale in cui ogni aspetto, processo e dipendente contribuisca in modo sinergico al successo complessivo e alla creazione di valore sostenibile” conclude Fabrizio Luciani.
1, segue