di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Meglio del 2019, meglio del pre pandemia. L’export di pelli e calzature non è semplicemente ripartito, si è consolidato e riorganizzato. I dati della camera di Commercio delle Marche certificano la capacità di leggere il mercato e il mondo. Grazie anche alla performance di quello che da sempre è il primo settore regionale, il presidente Gino Sabatini può dire con orgoglio: “Le Marche sono la regione più performante d’Italia, le esportazioni segnano +82% rispetto al 2021, per un valore assoluto vicino ai 23 miliardi”.
Di questi, un miliardo è merito del distretto calzaturiero fermano. Son 913 i milioni di euro contro i 654 del 2021 e gli 857.960 del 2019, che no fu di certo un anno d’oro, ma quantomeno è il parametro reale su cui basarsi per costruire un’idea di ripresa e sviluppo. A livello generale, nel 2019 l’export valeva 1109 milioni, oggi è di 1237 milioni, un +33% che fa di Fermo la miglior provincia della regione, tolta Ascoli che è fuori categoria per il farmaceutico
“Sul risultato eccezionale delle Marche (23 miliardi di export) incide indubbiamente, come da qualche tempo a questa parte, il settore farmaceutico, ma tutti i comparti hanno performance buoni, se non ottime e collocano la crescita regionale (+22%) due punti percentuali sopra quella italiana (+22%), anche scorporato il dato legato all’industria dei prodotti farmaceutici” prosegue Sabatini.
Ci sono settori in cui le Marche sono particolarmente forti, sono quelli per cui la nostra manifattura è da sempre riconosciuta come eccellenza: il mobile, la meccanica, la nautica, che non hanno mai ceduto neppure nei momenti più duri della piena pandemia.
Tutto questo nonostante la Russia che è ormai fuori dalle prime dieci posizioni per export. Ma c’è l’Oriente che è tornato a comprare. E anzi cresce, soprattutto la Corea del Sud che per la manifattura regionale vale 722 milioni in crescita del 598%. Ma è tutta l’Asia che ama il made in Marche, visto che il 22022 si è chiuso con un +233% e 2,5 miliardi di export.
"Nonostante tutte le difficoltà che le imprese devono affrontare quotidianamente, l'industria manifatturiera marchigiana continua a essere il motore economico della regione. Per mantenere e accrescere la presenza delle produzioni sui mercati – aggiunge il presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali -, per far ripartire gli investimenti nella digitalizzazione, in innovazione e ricerca, nella sostenibilità ambientale e nella formazione di nuove figure professionali è necessario garantire che tutte le risorse messe a disposizione dal PNRR e dalla nuova Programmazione Comunitaria 2021-2027 vengano utilizzate al meglio”.
Di certo affrontare il 2023 su queste solide basi aiuta. Ne è sicuro Sabatini: “Pur sapendo che la situazione resta fluida e potranno esserci difficoltà e stalli, intendiamo attrezzare i nostri imprenditori con ulteriori voucher internazionalizzazione, ad integrare le misure già previste insieme all’assessore regionale di Andrea Antonini. E’ importante poter contare su Atim e Svem, guidate rispettivamente da Marco Bruschini e Andrea Santori, per la messa a punto di strategie che rafforzino le nostre imprese nelle sfide internazionali".
A tutti ormai è chiaro che è necessario, ad esempio, prevedere un percorso formativo per export manager, "per cui sarà fondamentale il coinvolgimento del sistema accademico” conclude Sabatini che nel piano di sviluppo peer l’anno in corso ha ovviamente al suo fianco le braccia operative, ovvero le aziende speciali Tecne, Linea e Linfa oltre che le varie associazioni di categoria.