di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO - “Produciamo con le stesse tecniche di tanti anni fa. Per ora non abbiamo la necessità di portare l’automazione dentro l’azienda”. Ecco uno dei segreti di Lidfort, calzaturificio di Montegranaro che al Pitti ha mostrato le sue scarpe, vere opere d’arte fatte a mano.
Cinque dipendenti per la ‘bottega’ di Vincenzo Fortuna che con il fratello Otello e Luca, 32enne volto della terza generazione, sta portando avanti l’azienda fondata nel 1945 dal padre Lido. Una qualità che piace e che spinge Lidfort” verso Giappone e Corea, utilizzando al meglio le fiere a disposizione”.
Il Pitti ha dimostrato che la collezione è buona: “Abbiamo incontrato buyer molto interessati, questo ci fa ben sperare. La richiesta è di scarpe ben fatte ma che siano adatte ai giovani. Che è quello che noi cerchiamo di fare da tempo” aggiunge Luca che di Pitti ne ha vissuti già una ventina.
Puntare a Oriente è un obiettivo, ma anche una necessità. Prima della pandemia, infatti, il fatturato veniva per il 50% dall’Italia, il resto dal mondo. Il covid ha portato la quota italiana al 90%, ora stiamo pian piano cercando di riequilibrare le entrate e ci siamo riavvicinati al 2019”.
Anche la Russia ha ripreso a ordinare, ma soni contatti ripreso del Pitti quelli da perseguire. “Poi abbiamo la nostra certezza, ovvero le boutique che non risentono della crisi energetica o del caro benzina. Forti di queste realtà possiamo guardare al Giappone. E lo faremo passando per il nostro showroom milanese, ma non il Micam. Almeno per quest’anno o fino a quando non sarà riorganizzato in modo da definire meglio i livelli qualitativi interni. Anche se solo dirlo mi fa star male, perché per un calzaturiero di Montegranaro il Micam è una seconda casa” conclude Fortuna.