La fotografia che accomuna le piazze è quella del sindaco affiancato, o affiancata, da vigli urbani e pochi altri. A Fermo, l’in più è stato il presidente dell’Anpi provinciale, Paolo Scipioni (LEGGI). È andata così a Proto San Giorgio, dove Nicola Loira ha regalato la frase più bella: “La storia ci insegna che bisogna stare sempre dalla parte della libertà. Essere quindi partigiani, lottando ogni giorno per una società più giusta e solidale”.
Di parole ne sono seguite tante, in ogni angolo del territorio sotto le corone davanti ai monumenti. A Sant’Elpidio a Mare Alessio Terrenzi ha ribadito che “oggi il nostro è un nemico che non vediamo ma che miete vittime, non fa rumore ma si insinua nelle nostre esistenze con violenza, è esso stesso un’arma letale contro la nostra esistenza. Ed oggi siamo chiamati a difendere la nostra vita su un piano diverso, con diverse modalità, con una diversa consapevolezza e diversi strumenti. Primo tra tutti, lo strumento del buonsenso, quello che ci impone di rispettare le regole anche quando esse limitano i nostri spostamenti”.
A Montegranaro la sindaca Ediana Mancini, insieme con la presidente Laura Latini, si è rivolta ai giovani invitandoli “non perdere il coraggio nell’affrontare le situazioni difficili”.
A Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci ha riassunto con poche parole il suo pensiero “il giorno della liberazione è, prima ancora di una festa, un grande ricordo della sofferenza che è stata. Non dimentichiamo mai e rendiamo onore a chi ci ha donato questa libertà”.
A Monte Urano, il pensiero della sindaca Moira Canigola: “Non possiamo incontrarci in Piazza, ma sempre e comunque abbiamo il dovere di ricordare e difendere i valori da cui nacquero la nostra democrazia e la nostra Costituzione”.
Ad Amandola il sindaco Adolfo Marinangeli ha lasciato la parola alla sindaca dei ragazzi, Chiara di Mulo: “Oggi ci troviamo a combattere, un po’ come negli anni dal 1943 al ‘45: è un nemico invisibile quello attuale, che sta piegando la nostra cara Italia e tutto il nostro Pianeta. È un virus, in alcuni casi letale, che sta impedendo di vivere secondo le abitudini; ciò provoca turbamento, a volte dolore, in tutti tristezza. E anche oggi, come nel periodo della Resistenza, ci sono persone che mettono a rischio la propria vita per salvarne altre; sale a 143, infatti, il numero dei medici deceduti dall’inizio dell’epidemia. Pace, libertà e solidarietà per continuare a costruire un mondo più giusto e più uguale”.
Infine, Luca Ceriscioli che ha dedicato il primo pensiero “alle persone che oggi sarebbero state qui con noi, concentrate e commosse, con il pensiero a quello che è accaduto 75 anni. Noi col privilegio di essere qui testimoniamo questa presenza, sperando che il prossimo 25 aprile sia diverso e ci veda tutti insieme. Grazie a chi ci ha donato libertà e democrazia, viva l'Italia viva la Resistenza”.