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Le parole di Protti. Il ruolo di Tintinelli. Le certezze dei Simoni: ecco la nuova Fermana. "Chi gioca qui deve avere attributi"

18 Ottobre 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – La ripresentazione di Stefano Protti è bagnata dalla pioggia e diventa anche il momento per spiegare la ‘nuova’ Fermana.

LA NUOVA FERMANA

“Al fianco del mister c’è la nuova società della Fermana, un Cda che ha permesso al gruppo di restare unito” spiega il presidente Umberto Simoni. “Come famiglia Simoni ci sono state donate tutte le quote, ma non siamo ‘il patron’ come prima. Abbiamo un laboratorio, di certo non siamo come chi c’era prima e quindi non possiamo mantenere da soli una squadra in serie C. Ma l’ingresso di due personaggi ci ha convinto: Ribichini e Tintinelli. Due professionisti che hanno la nostra fiducia. Insieme, abbiamo voluto salvare la Fermana. Perché amiamo questa città”. Il presidente manda un messaggio ai tifosi: “Loro lo hanno capito per primi, mentre la stampa ci ha un po' scoraggiato” ribadisce.

Aggiunge il figlio, Gianfilippo Simoni: “Abbiamo avuto problemi urgenti da gestire aggravati dalla mancanza di sicurezza economica. Sono il primo a chiedere scusa. Oggi, ripartire con persone del territorio, che ci aiutano, mi rassicura. Noi ci  siamo fidati e insieme con loro abbiamo iniziato una nuova avventura. Non è che da soli ci possiamo caricare due milioni di euro sulle spalle. Eppure siamo qui, perché andava fatto per la dignità di noi stessi, per la città, per la squadra che amiamo sopra ogni altra cosa”.

TINTINELLI E LE RISORSE

Ha ascoltato Massimiliano Tintinelli che in collegamento da Milano spiega il suo ruolo: “Nessuno entrerebbe in una società che è in difficoltà. Eppure siamo qui, io come Fermano ed Enrico Ribichini come professionista. Una sfida difficile, mancano Finproject e Vecchiola. Noi dobbiamo avvicinare la squadra al territorio, nonostante l’aumento del prezzo abbonamenti ci sono. Noi vogliamo garantire la continuità e mantenere la categoria”.

Primo compito, ristrutturare il debito. “La necessità economica è quella di ogni squadra. Abbiamo raccolto 150mila euro di sponsor, mente il fabbisogno finanziario è di due milioni di euro (la squadra costa 170mila euro al mese). Da qui la necessità di avvicinare la squadra alla provincia. Noi portiamo aria. Le società falliscono per la cassa, non per altro”.

La risposta degli imprenditori del Fermano è stata però ‘debole’: “Ci hanno confermato i più piccoli, ma i grandi ancora non ci ascoltano”. Eppure è ottimista, nonostante i tempi di azione veloci “Non potremo fare una campagna acquisti importante, ma garantiremo da qui a fine anno i conti. Poi cerchiamo un imprenditore, un investitore, da far entrare in società. I debiti ci sono oggi e sono ereditati da ieri”.

Il posto in Cda, per chi investirà, è pronto, perché se arriva uno con le risorse, Tintinelli o Ribichini escono. “Di certo sarà più facile una volta che il debito sarà ristrutturato”. In arrivo dovrebbero esserci un paio di sponsorship: “Entro un paio di settimane li annunciamo, almeno il più corposo, parliamo di 250mila euro”.

Nel mentre la società proverà a mandare messaggi migliori: “Parlare sempre di 2,5 milioni di euro di debito non aiuta. Puntiamo sulla Corporate social responsability, insieme con Gaia Capponi coinvolgeremo ad esempio le scuole, per ripartire. Quotidianamente dobbiamo gestire emergenze. Non siamo appealing, siamo su Sky e su Now, ma ancora lo sponsor di maglia non ce l’abbiamo. Quindi cerchiamo di trasmettere ben quello che dovremmo” ribadisce Tintinelli. “Il Cda è in piedi da 20 giorni, sono stato cooptato da poche settimane e metto la mia professionalità sapendo che non è scontato il successo. Acceleriamo, ma ci muoviamo al meglio” riprende Ribichini.

TUBALDI PENSIERO

Il dg e componente Cda Andrea Tubaldi ha vissuto mesi difficili, quantomeno burrascosi: “Abbiamo dovuto gestire situazioni di cui forse eravamo anche poco esperti. E così, tra azioni di finanza e sopravvivenza, ci siamo allontanati dalla città. Alla fine, però, siamo arrivati alla decisione di uscire dall’accordo con Stefano Protti. E mi prendo le responsabilità: ho scelto io Bruniera. Un bravo allenatore, ma le cose no stavano andando come previsto”.

E così, la riunione “e in cinque minuti abbiamo deciso di sollevare il mister e sul nome di Protti siamo convogliati, non perché sotto contratto, ma per le sue caratteristiche: serviva grinta. Lui  prosegue Ubaldi - è arrivato con un piglio anche diverso rispetto all’estate. E siamo contenti. Pensiamo sia la persona più adatta a portare la Fermana verso la salvezza”.

Lo ribadiscono tutti: salvarsi è la Champions della Fermana. “La rosa costa 170 mila euro lordi al mese. Nessuno spende poco come noi, ma non perché siamo più svegli. Noi abbiamo la fortuna di mettere in campo la compattezza societaria”.

Serve tensione continua, quella positiva: “La Fermana deve salvarsi sul campo e  società”. E questo significa anche fare scelte in questo ambito: “Pensiamo al minutaggio. Anche perché la società si può salvare solo se salva i giovani che ha. Noi abbiamo un settore giovanile che parte dall’under 15 e arriva alla Primavera. Dobbiamo fare di più, non è facile partire dai 14enni, per questo cerchiamo di rifondare un settore giovanile, il futuro di ogni società passa solo da questo settore, come ci dimostrano Pistolesi e Grassi che danno il 200% in più. se ne avessimo 4-5 per il mister sarebbe tutto più facile”.

Stefano Protti è stato chiamato da Andrea Galassi: “Una decisione unanime, partita da Tubaldi che mi ha detto ‘vai a parlare con Protti’ non appena si era capito che Bruniera sarebbe stato esonerato. E così l’ho incontrato, abbiamo parlato un paio d’ore e sono tornato convinto che era la scelta giusta. Anche perché la piazza lo voleva”. Ora tutti chiedono di guardare avanti: “Lui è un allenatore bravo, può ambire alla serie B e soprattutto è bravo. No penso che siamo in una situazione così grave, ma di certo lui può migliroarla”.

PROTTI È NATO PRONTO

Stefano Protti mantiene il tono caldo della voce e incassa le belle parole: “Sono tornato esclusivamente per parlare di campo, giocatori e lavoro che ce ne è tanto da fare. Tre giorni di lavoro, viaggio a Ferrara, i giocatori hanno portato a casa un punto che è tanto per come ci siamo riusciti. Di certo dobbiamo lavorare enormemente. Non so dove posso arrivare, non risolverò tutti i problemi, ma per 24 ore al giorno mi dedicherò alla squadra, mentre la società farà il suo fuori dal campo”.

Avrebbe soperto che il suo cellulare suonasse prima, ma forse è qusto il moento giusto. “Chi è fuori dal campo spera sempre. Qualcosa di buono l’anno scorso si era fatto, quindi una telefonata me l’aspettavo. Dopo la chiamata di Andrea, tutto è andato veloce incontri rapidi con presidente, dg, consiglieri, ci siamo detti quanto necessario e ci siamo rimessi in moto”.

Sa che deve far giocare i giovani: “Al momento l’obiettivo è di farne giocare 3-4 per garantire l’entrata sicura. Il minimo indispensabile. So che ci saranno giornate con più giovani, se la gara va in un certo modo. E in quel caso avrò un occhio di riguardo per garantire la serenità di tutti. Se poi ci saranno correzioni, non credo che nessuno dirà no a prendere un 2003 utile. Ma ne parleremo a dicembre o gennaio. Ricordiamo che l’anno scorso giocavano 4-5 giovani”.

Nei prossimi due mesi tutti sono sotto valutazione, “ma se ne troviamo sul mercato qualcuno di buon livello, saremo pronti ad agire. La società sul minutaggio si fa forza, un anno fa ci siamo salvati e abbiamo ridotto il debito di 200mila euro” ribadisce Tubaldi.

Protti è sempre Protti, “non piangevo prima e non rido adesso. La società è libera di fare le proprie scelte. Questa estate non riuscivamo neppure a parlare di squadra, non c’erano le condizioni. Non potevamo parlare di Pinzi e Curatolo, no c’erano le basi. Ci siamo visti più per salutarci. Poi sono iniziati dialoghi stretti, le condizioni per me e per loro non erano uguali, l’ultima parola ce l’ha il presidente, come a casa mia moglie. Ora ci sono le condizioni? Mi hanno chiesto disponibilità. Entusiasmo diverso? Non lo so, ma le correzioni vanno bene. Non tornare ad allenare questa squadra e magari fra dieci partite vederla nei bassifondi, ultima o penultima, mi avrebbe fatto sentire uno schifo. Siccome sono un uomo, ho detto: va bene, vado e vedo cosa posso fare. Ci metto il petto, il faccione”.

Quanto vale la fermana? “Il posto che ha è quello che merita. Magari non possiamo fare meglio. Il campionato è molto più forte di un anno fa. Le società le vedo solide, ricche e non traballanti come un anno fa. Io ora valuto la rosa, so che non posso agire subito. Quello che chiedo è l’onestà. Abbiamo questa rosa e il compito è non retrocedere in maniera diretta. Poi pian piano faremo i passettini, senza esserne certi. I giocatori che ho li migliorerò, più che posso la squadra è stata costruita su moduli diversi, sappiamo di essere sotto organico in alcuni ruoli, ma questi ho. In qualche ruolo non ho i cambi e queto lo studierò e un bravo allenatore adatterà quello che c’è”.

Infine il messaggio ai suoi: “La fermana non è una squadra qualunque. Chi gioca qui deve avere caratteristiche ulteriori, soprattutto attributi non comuni. Per giocare qui bisogna essere ometti veri, superare pressioni di un certo tipo e dei tifosi da dieci in pagella, sia se vinci sia se perdi. Un ragazzino che non è abituato, che ha fatto il dilettante e si trova 1300 persone e la squadra in svantaggio, poi quando calcia sente tutto il peso. Lo aiuterò a crescere e a capirlo in fretta”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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