FERMO – Poche ore dopo l’indagine sulla Qualità della Vita che mette in mostra cinque province brillanti, con quella di Fermo addirittura ai primi posti in Italia per basso tasso di disoccupazione giovanile, arriva la fotografia dell’Istat, rielaborata dall’Ires Cgil Marche.
E il terzo trimestre è uno schiaffo per le Marche: cresce il tasso di disoccupazione: i disoccupati in numero assoluto passando dai 49mila del terzo trimestre 2018 ai 52mila del 2019, con un preoccupante +6,5%, mentre nel centro Italia calano dell’11,4%.
In realtà aumentano anche gli occupati che sono 638mila, 7mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ma con un aumento dello 0,4%. In generale, “il tasso di disoccupazione si attesta al 7,5%, in aumento rispetto al terzo trimestre del 2018 (+0,3%) mentre in Italia e nel Centro Italia il tasso diminuisce rispettivamente di -0,2% e -0,9%. Si nota la crescita della disoccupazione femminile (+0,8%) e la lieve diminuzione di quella maschile (-0,3%)” spiega Giuseppe Santarelli, segretario Cgil. “Dopo un periodo di flessione, il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno, è tornato a crescere in maniera molto più forte rispetto al dato nazionale e in netta controtendenza rispetto alle regioni del centro Italia. Anche in questo caso, si conferma la tendenza delle Marche a staccarsi dal gruppo delle regioni del centro Nord per ricalcare dinamiche simili a quelle del Mezzogiorno. Pur aumentando il numero di occupati, continua a peggiorare la qualità del lavoro che il sistema marchigiano genera: lavoro dequalificato, part-time involontario e rapporti a termine e precari. Mancano circa 15.000 lavoratori all’appello rispetto ai livelli di occupazione prima della crisi: questo dato, sommato alla crescente precarietà lavorativa, rappresenta un mix letale per l’intera società marchigiana. Senza lavoro e di qualità, non c’è futuro” conclude Santarelli.