Una Pasqua elettorale per Matteo Ricci che da un angolo all’altro della regione, tra dichiarazioni all’Ansa e incontri con i giornalisti, sta delineando il suo programma per provare a conquistare la fiducia dei marchigiani e togliere la guida della regione al centrodestra guidato da Francesco Acquaroli.
Le aree interne sono state il primo contenuto messo sul tavolo. Oggi lo rafforza con cinque proposte concrete. Contro lo spopolamento Ricci propone “un contributo di 30mila euro a fondo perduto per chi decide di andare ad abitare nelle aree interne; asili nido gratuiti per chi vive lì e trasporto scolastico gratis per gli studenti che oggi devono passare ore in autobus per andare a scuola”.
La sua sarà una regione favorevole alle pluriclassi “che supporteremo con contributi per tenere in piedi le scuole nei piccoli comuni. Se chiude la scuola - spiega - chiude l'anima di quel comune”. Occhio di riguardo per la sanità: “È necessario offrire incentivi ai medici di base, non ci vuole andare più nessuno e quelli che ci sono hanno fino a duemila pazienti ognuno. Come regione potremmo caricarci costi di affitto dell’ambulatorio”.
E poi c’è la ricostruzione: “Dobbiamo semplificare le procedure, c’è un problema se un terzo di coloro che hanno avuto le strutture danneggiate non hanno fatto domanda. Tra l’altro, questi stanno spendendo soldi dei precedenti governi o del Pnrr, in realtà non hanno portato un euro nelle Marche tranne i 400 milioni per l'alluvione del 2022”.
Per il futuro è convinto che le Marche possano diventare una regione leader in Italia: “Il nostro obiettivo, da qui al 20250, è di farla diventare la regione con la migliore qualità della vita in Europa. Dove si vive meglio si può anche lavorare meglio”.
Serve uno sforzo collettivo, anche nel campo dell’innovazione. Che parte dalle università, “rafforziamo quelle presenti e lasciamo perdere realtà private”, e prosegue nell’industria. “Dobbiamo diventare leader in Italia per la capacità di applicare l'intelligenza artificiale nel settore manifatturiero”.
C’è la sfida green, “possiamo crescere nell’economa circolare” e quella dell’invecchiamento della popolazione, sapendo che dobbiamo diventare attrattivi anche per i giovani “che qui possono trovare quella unità della vita altrove inimmaginabile” ribadisce.
Attrarre significa diventare meta turistica. E le Marche, per Ricci, hanno tanto da offrire. Certo, c’è la questione Bolkestein che sta frenando lo sviluppo, ma anche su questo l’europarlamentare ha una sua soluzione: “Sarebbe bastato da subito individuare dei criteri chiari per le gare garantendo un indennizzo ai gestori uscenti per gli investimenti fatti e tutelando il modello familiare italiano. Evitare le concentrazioni di proprietari, massimo uno stabilimento per famiglie, è un passo. Si stabiliscono dei criteri per permettere ai gestori uscenti di poter partecipare alle gare e avremmo già oggi strutture più moderne e più accoglienti. Senza investimenti il turismo diventa meno attrattivo rispetto ad altri paesi dove invece gli investimenti li fanno e gli stabilimenti balneari vengono continuamente migliorati anche con nuovi servizi”.
Certo, il rischio di nuovi proprietari stranieri c’è, ma sono i criteri delle gare a dare garanzie evitando possi. Ma i criteri li deve fare il Paese, e l'Italia non li ha fatti. Ha lasciato in balia i sindaci che per evitare le infrazioni hanno cominciato a fare gare”.
Serve per l’europarlamentare Dem una inversione di tendenza per evitare “il declino verso cui stano andando le Marche, ogni indicatore economico dimostra che siamo in crisi. Serve una nuova cultura di Governo”.
E serve tanta promozione: “Oggi siamo una regione semi sconosciuta, una regione che non conta nulla a livello nazionale, a livello europeo. Come ho fatto diventare la mia città, Pesaro, una città nazionale in dieci anni il mio obiettivo è nei prossimi dieci anni far diventare finalmente le Marche una regione europea”.
r.vit.