di Raffaele Vitali
FERMO – Industria e servizi, ecco i settori che trainano il lavoro nelle Marche. Che hanno il segno + in tutte le voci, a conferma del quadro economico positivo e del fatto che le politiche messe in atto a vario titolo da Regione e Camera di Commercio funzionano. Si parla di contratti stabili (tempo indeterminato e apprendistato) nel 23% dei casi, il 67% restano a tempo determinato.
Tra l'altro le Marche scoprono finalmente anche i giovani, gli under 30: valgono il 31,9% delel assuzioni di marzo contro il 28% di un anno fa. E le percentuali crescono nei settori estetica (57,7%), addetti all’accoglienza e all’informazione alla clientela (55,2%) oltre che per i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (51,4%). E con i nuovi bandi regionali altri ne saranno inseriti.
Gli imprenditori vogliono aumentare la capacità operativa della propria azienda. “A marzo 2023 cresce il numero di contratti di lavoro che le imprese marchigiane hanno in programma di attivare: + 21,8% rispetto a un anno fa, e +6% rispetto al mese scorso. Questo mostrano i dati dell'ultima rilevazione del sistema informativo Excelsior” spiega in una nota la Camera guidata da Gino Sabatini.
E in previsione andrà anche meglio, l’aumento nel prossimo trimestre, rispetto al 2022, è del 23% ed equivale a 33mila posizioni. Merito soprattutto del turismo che inizia a carburare, insieme con ristorazione e addetti alle vendite. Il dato positivo è che cresce la forza lavoro in tutte le province, con Fermo che si piazza al terzo posto, +25,4%, dietro solo ad Ancona, +26,5%, e Pesaro, +33,8.
Resta una difficoltà, quella degli operai specializzati nel tessile e nell'abbigliamento, “per il 90% degli imprenditori sono difficili da trovare” è il concetto di Excelsior che ha ribadito in maniera simile anche la Cna, operai addetti alle rifiniture nelle costruzioni e quelli specializzati nella lavorazione del cuoio, pelli e calzature. Sopra l’80% la difficoltà di trovare fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica.
Non stupisce questa difficoltà, soprattutto Andrea Santori che guida la Svem e ha la delega alla Formazione per la Camera di commercio delle Marche, che ha rielaborato i dati Excelsior: “E’ centrale il ruolo giocato dai percorsi formativi terziari professionalizzanti. L'ultimo rapporto "ITS Academy e lavoro" che unisce Unioncamere e Indire, mostra l'altro che i diplomati negli ITS Moda più richiesti per la moda e le calzature sono il tecnico superiore di processo, prodotto, comunicazione e marketing e quello per la nobilitazione degli articoli”. Da qui l’aggiornamento anche dei corsi interni ai percorsi ITS.
Ma non solo. “In vista dell’insediamento del polo logistico di Amazon previsto nel territorio di Jesi per il 2025, un occhio di riguardo dovrà essere riservato anche alla formazione di tecnici e esperti della logistica” conclude Santori che sulla formazione specializzante è impegnato anche a livello ‘promozionale’ tra i colleghi (nella foto con la sottosegretaria Albano).
E ce ne è bisogno: nel mese di marzo per il 9,8% dei contratti di lavoro da attivare le imprese richiedono il possesso di un titolo universitario. Solo lo 0,7% guarda agli ITS, il 29,5 a un normale diploma e c’è ancora un 37,6% che non richiede alcun titolo di studio specifico