FERMO – Tanta voglia di Cina. Lo avevano scritto pochi giorni fa, Shangai e la Cina hanno fame di bello e hanno un grande piano di aperture di negozi di griffe. Vista dal bel Paese l’attrazione è ancora maggiore.
La fiducia delle imprese italiane in Cina cresce e, a dispetto delle difficoltà legate alla pandemia del Covid-19, prevale la stima di un rafforzamento nei prossimi cinque anni. Il sondaggio annuale condotto tra i soci della Camera di Commercio Italiana in Cina e presso altre imprese collegate, per un totale di 304 partecipanti, ha ribadito che il mercato asiatico resta un hub di «cruciale importanza» per produzioni globali.
Le aziende che già sono presenti in maniera stabile sono cresciute anche nel 2020 del 2,3%. Con un valore di quasi 13 miliardi di euro, l'export italiano verso la Cina ha raggiunto un «importante risultato», tenendosi stabile sul 2019 in un contesto difficile tra Covid-19 e tensioni commerciali.
L’ambasciatore italiano a Pechino, Luca Ferrari, sostiene che nel secondo semestre del 2020 l’export italiano è cresciuto del 30% per macchinari, automotive e moda. L'88% degli interpellati, secondo il sondaggio, si è identificato come piccole e medie imprese, mentre il 12% come grandi aziende. Più del 60% è presente in Cina da oltre dieci anni, mentre il 23% lo è tra i quattro e i dieci anni. Solo il 17% ha una presenza inferiore ai tre anni.
Ma non è tutto oro quello che luccica: “La comunità sino-italiana affronta la dura competizione delle aziende cinesi, delle aziende non italiane e non cinesi, a fronte di crescenti costi della manodopera” spiegano gli esperti.
Secondo il rapporto della Camera di Commercio Italiana in Cina, «la guerra commerciale in corso tra Usa e Cina rimane una sfida significativa e crea incertezza nelle prospettive dei clienti». Mentre c'è soddisfazione per i piani 'Made in China 2025' dedicato allo sviluppo tecnologico della Cina e per l'iniziativa della 'Belt and Road', la Nuova Via della Seta, che possono aumentare il giro d'affari.
A fronte di questo quadro, la maggioranza degli interpellati prevede nuovi investimenti nei prossimi 5 anni, seguendo l'andamento del 14/mo piano quinquennale di sviluppo della Cina.
r.vit.