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Le griffe alla corte di Santoni, l'azienda che pensa ai dipendenti, "nuovi orari vita-lavoro", aumenta il fatturato, "ricerca e welfare" e ridà al territorio

3 Aprile 2024

di Raffaele Vitali

MONTEGIORGIO – Non di solo fatturato vive l’uomo. Anche se è la base per potersi poi dedicare anche ad altro, magari allo sviluppo sociale del territorio in cui si opera.

Claudio Santoni ha messo per la prima volta piede in azienda nel 2004. E ora, a vent’anni di distanza, guida un’impresa che è un perno della produzione dell’alta moda a livello di calzature e pelletteria. Dalla fabbrica di Montegiorgio, fondata dai genitori, escono gli accessori che ogni griffe vuole avere. “Per riuscire a stare al passo con il mercato investiamo in ricerca e in macchinari. Il che significa poi formazione per i dipendenti” spiega Santoni.

I dipendenti si avvicinano a quota 100, non facile quindi allontanarsi dall’azienda per mostrarsi al mondo, “ma una nuova organizzazione ci permette di essere presenti alle principali fiere internzionali Lineapelle su tutte, e non creare problemi all’azienda. È uno degli aspetti che mi piace sottolineare guardando l’evoluzione della produzione che ha nei bijoux la nuova sfida”.

La gestione di Claudio Santoni funziona? Un paio di numeri dicono di sì: “Nel 2018 fatturavamo sei milioni, nel 2021 invece 18 milioni, con in mezzo l’acquisto del secondo capannone. E poi il 2023 che è andato decisamente bene. Il post pandemia è stato un progressivo crescere, frutto di scelte aziendali molto chiare. Per il 2024 difficile fare previsioni prima di settembre” prosegue l’imprenditore.

Tra le principali scelte c’è stato il ringiovanimento dei collaboratori: “Abbiamo una età media di 35 anni, il ricambio era iniziato prima del Covid ed è proseguito. Siamo riusciti a non lasciare a casa nessuno”. Il sistema Santoni è semplice: le griffe arrivano e sviluppano il prodotto interamente alla Santoni oppure affidano un lavoro che viene portato avanti su commissione.

Un percorso produttivo simile ad altre aziende del settore, no nei numeri che per Santoni hanno la freccia ben indirizzata verso l’alto. ‘Ma non di solo fatturato vive l’uomo’. E così Santoni ha deciso che era arrivato il momento di ridare al territorio. “E lo facciamo semplicemente perché è giusto. Che si parli di un pulmino per l’Anfass o di una richiesta del parroco, di un supporto al Comune o ai nostri dipendenti, dove possiamo noi ci siamo”.

Dare significa anche mettere nelle migliori condizioni i propri dipendenti nel cercare di coniugare vita e lavoro. Se ne parla spesso, Santoni agisce: “Abbiamo strutturato l’azienda in isole indipendenti. Ogni gruppo sa che deve produrre tot pezzi in un certo tempo. Questo significa che se è necessario entrare mezz’ora dopo per portare il figlio all’asilo, non c’è problema. E poi, proprio per andare incontro alla qualità della vita, il 70% dei dipendenti sono donne, abbiamo deciso di proporre l’orario continuato 7-15.30 con trenta minuti di pausa. E funziona”.

Ma non basta per cui si ragiona anche sull’ipotesi settimana corta, “ma questo solo se la gestione aziendale proseguirà sul  binario giusto”. Binario che Santoni sta percorrendo anche nel campo della sostenibilità energetica: “Non sopporto il greenwashing. Noi abbiamo messo il fotovoltaico in azienda nel 2006, oggi copre il 60% del fabbisogno. E poi abbiamo un sistema di raccolta delle acque piovane e usiamo macchine elettriche per le consegne, oltre a produrre accessori con materiale di produzione riciclato. C’è tanto da fare, ma la strada è giusta” conclude l’imprenditore.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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