*Avviare al più presto la campagna di prevenzione con gli screening senologici gratuiti e recuperare i ritardi sulle liste di attesa.
Bisogna affrontare il blocco da metà dicembre dello screening oncologico della mammella e del collo dell’utero in tutta la regione, causato dal cambio del software applicativo utilizzato nelle strutture dell’Ast.
È inammissibile che per un mero problema tecnico, un servizio talmente importante venga sospeso per così tanto tempo. E, ciò che è peggio, è che non sappiamo ancora quando sarà riattivato, considerato che secondo l’assessore alla Sanità Saltamartini sta funzionando tutto normalmente.
Mediamente circa il 40% dei nuovi casi di malattia possono essere prevenuti o curati efficacemente proprio grazie allo screening. È dunque chiaro che questa situazione, di cui la giunta regionale porta una grande responsabilità, rischia di creare un danno enorme alla salute delle donne. Palesemente inutile, invece, è l’iniziativa spot promossa da Saltamartini, che l’8 Marzo offrirà alle giovani la possibilità di eseguire gratuitamente e senza prenotazione il pap-test nei Consultori Familiari. (A Fermo 108 donne prenotate in poche ore nell’ambulatorio di Porto San Giorgio, ndr). Evidentemente Saltamartini considera lo screening una sorta di omaggio da offrire alle donne in un’occasione di festa, non diritto fondamentale per tutelare la loro salute.
Lo scorso anno il consiglio regionale approvò all’unanimità una mozione che estendeva lo screening oncologico alla mammella alle donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni e tra i 70 e i 74 anni. Una scelta fatta in base alle più recenti statistiche che indicano una sensibile crescita dei casi diagnosticati in queste due fasce d’età.
A gennaio, rispondendo a una mia interrogazione, l’assessore dichiarava che per la fascia 45-49 anni l’invito sarebbe stato biennale a partire dal prossimo aprile, mentre per la fascia 70-74 anni sarebbe partito da settembre.
Purtroppo, invece, da quanto abbiamo appreso dall’assessore Saltamartini l’organizzazione del servizio è ancora in alto mare. Onestamente sono molto preoccupata per questa mancanza di attenzione e sensibilità.
La Regione Marche ha il dovere di non perdere altro tempo perché il tumore al seno è il primo tra i carcinomi femminili e la sua incidenza è in continuo aumento con 55 mila nuovi casi ogni anno in Italia, di cui 1500 nelle Marche.
*le consigliere regionali del Partito Democratico Anna Casini, Micaela Vitri e Manuela Bora