MONTEFORTINO – Sul podio. Tra i migliori mieli dei Parchi dell’Appennino, al terzo posto, si trova Sergio Corridoni e il suo miele che nasce all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nel comune di Montefortino.
Una soddisfazione doppia, per il produttore e per l’ente. “È la prima volta che aderiamo a questa manifestazione legata alla tutela della biodiversità e in particolare degli insetti impollinatori, è un bel risultato che testimonia come sia possibile coniugare intelligentemente natura e attività antropiche nel contesto di aree protette” sottolinea il presindete Andrea Spaterna.
Il miele raccolto quest’anno, nonostante un’estate particolarmente calda e siccitosa, è risultato di ottima qualità soprattutto nella tipologia millefiori: merito questo della ricchezza di ambienti e fioriture che rendono unici questi luoghi in ogni stagione.
Il concorso, finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica, vede collaborare insieme i Parchi dell’Appennino centrale e settentrionale nell'ambito delle direttive "biodiversità" e ha lo scopo di selezionare i mieli più pregiati prodotti all'interno di queste aree protette.
“Questa edizione – ribadisce il responsabile tecnico del concorso, funzionario del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, Giorgio Davini - è un primo tentativo di unire le aree protette appenniniche anche dal punto di vista delle eccellenze gastronomiche. L’apicoltura rappresenta un ponte tra la natura e le nostre attività antropiche”.
Un premio he conferma anche la bontà del nuovo bando della regione Marche, voluto dall’assessore Mirco Carloni: a disposizione ci sono 540 mila euro che verranno assegnati, “una tantum”, agli apicoltori richiedenti con minimo 50 arnie censite alla Banca dati apistica. Contributi a fondo perduto, fino a un massimo di 30 mila euro a impresa, per i quali non sono previsti criteri di selezione delle domande.
“L’obiettivo, evidenzia il vicepresidente, è quello di “garantire una liquidità aziendale, come fatto negli altri settori produttivi. A seguito della pandemia, gli apicoltori, al pari degli altri imprenditori agricoli e no, hanno dovuto sostenere nuovi e ingenti costi, non bilanciati dalle vendite a seguito delle restrizioni imposte con il lockdown. A questa circostanza penalizzante, a fronte di spese fisse non controbilanciate dalla commercializzazione, si sono sommate anche le avverse condizioni metereologiche e climatiche degli ultimi mesi che hanno ridotto notevolmente la produzione del miele e costretto gli apicoltori a nutrire gli sciami, sostenendo nuovi costi incompatibili con il fatturato aziendale” conclude Carloni.
Nelle Marche anche il settore dell’apicoltura professionale potrà beneficiare dei sostegni economici per le perdite dovute all’epidemia da Covid 19 e per gli eventi climatici avversi. Su proposta del vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura, la Giunta regionale ha attivato una linea d’intervento nell’ambito delle risorse stanziate dalla Regione per la ripartenza delle Marche.
“Garantiamo un contributo forfettario in conto capitale in relazione agli alveari, compresi nuclei e sciami, dichiarati e verificati nel corso dell’istruttoria – spiega Carloni – È una misura di aiuto fortemente richiesta e attesa dal mondo dell’apicoltura professionale regionale che, per la prima volta nelle Marche, strutturiamo allo scopo di sostenere un settore produttivo zootecnico di rilievo per la nostra regione e di importanza strategica per il mantenimento degli equilibri ambientali”. Il ristoro che garantiremo sarà tutto sorretto con i fondi del bilancio regionale”.
r.vit.