FERMO – Quanto può reggere un sistema in cui i pensionati stano diventando più dei lavoratori attivi? Sulla risposta da dare a questa domanda si gioca parte del futuro incrocio dell’Italia. E di ogni provincia. Visto che la risposta non è omogenea. C’è un sud Italia in cui i pensionati sono più degli attivi. E in questa fascia rientrano anche due province marchigiane: Ancona e Ascoli piceno.
Sta leggermente sopra, ma sotto la media nazionale, anche Fermo, con un valore di 109, con 100 che è l’equilibrio tra chi esce dal mondo del lavoro e chi ci si trova ancora. Sopra 100, ma con un valore al limite (104) è Macerata. Meglio del piccolo capoluogo di provincia solo Pesaro con 115 (elaborazione Sole 24 Ore su dati Inps e Istat).
“In 39 Province italiane, il 37% del totale, la soglia (non solo psicologi[1]ca) della parità fra occupati e pensioni – spiega il Sole 24 Ore - è già stata superata al ribasso. Nel Mezzogiorno si concentra l'82% delle Province in questa condizione, affiancate da qualche area del Nord lontano dalle grandi città in particolare in Piemonte e Liguria”.
E questo nonostante l’Itala stia vivendo un momento ‘top’ dal punto di vista dell’occupazione, come non accadeva dal 2004. Non basta perché crescono professionisti che versano a casse previdenziali autonome e non all’Inps, che invece è quella che regolamenta poi i conti delle pensioni.
Deve insomma crescere la forza lavoro e soprattutto la voce assunzioni e contratti a tempo indeterminato. Anche nel Fermano dove la manifattura, per ora, regge e permette ai conti di restare in ordine.
