AMANDOLA - I dubbi ora ce li ha la anche parte della minoranza. Non quella che è maggioranza in regione, ma la terza forza guidata alle elezioni da Piergiorgio Lupi. Ad Amandola il nuovo ospedale continua a far discurere, ancora di più dopo l’inaugurazione e l’inizio dele attività.
“E’ ancora privo di servizi essenziali. Un ospedale senza blocco operatorio e che non è dotato di un vero Pronto Soccorso. Per di più, dal nastro tagliato a metà dicembre, non è stata ancora attivata l’area già destinata sia al ricovero ordinario per acuti di area medica, sia al regime di ricovero in Day Surgery e in Week Surgery” spiega il gruppo Amandola di nuovo.
“Sono cinque anni che attendiamo il rientro del reparto di medicina. Ci aspettavamo attrezzature diagnostiche di nuova generazione, in parte installate, tra le quali un preannunciato mammografo con tomo sintesi sostituito – nella realtà dei fatti - da un discreto usato” prosegue il gruppo Lupi.
Non convince anche la scelta logistica di non trasferire il servizio cucina, e relativo personale, dall’ex sede dismessa”. Infine, una rifelssione sull’atto aziendale che “sembra penalizzare ulteriormente il comprensorio montano, riducendo il ruolo del nuovo ospedale ad una mera struttura socio-sanitaria priva anche di autonomia gestionale: un Punto di Primo Intervento che non è un Pronto Soccorso, soli 15 posti per la Medicina Generale, 10 per la lungodegenza post-acuzie e 8 per il Day Surgery. Tutto questo rende il presidio lontano dagli standard richiesti per un vero ospedale in area disagiata".
L’ultima sotoccata è per il sindaco e la sua maggioranza: “Questi argomenti - conclude Amandola di nuovo – dovevano esere portati a conoscenza, e approfonditi, in Consiglio Comunale, o quantomeno affrontati dai gruppi consiliari in apposita riunione. Così non è e non è stato, senza apparente spiegazione alcuna”.