di Raffaele Vitali
FERMO – Et Pila sia. Dopo 41 anni, dopo che il primo palio fu della contrada che ha in Santa Caterina il suo antro, il Diamante Prezioso ha fatto il miracolo. Del resto, un Palio in cui domina l’azzurro non poteva finire che nelle mani del priore Francesco Catini. “Lo dedico a nonno” commenta in lacrime mentre tutti lo abbracciano e lui, senza sosta, corre da una parte all’altra della pista, mai così amica.
Emozionante. Tutto. Vuoi anche per l’attesa per la finale che è stata lunga. Una prima batteria dai tempi biblici, vinta da San Bartolomeo, una seconda rapida e dominata da Pila. Con loro, in finale, Fiorenza, che partiva con i favori del pronostico, poi Molini Girola, che ha vinto il sorteggio di ripescaggio su Castello, e infine Torre di Palme.
Tanta gente, come durante il corteo storico, a conferma di una more che cresce attorno alla Cavalcata. E soprattutto una tribuna ‘vip’ di livello, con il presidente della regione Francesco Acquaroli che ha sfidato il caldo e in camicia di lino ha retto quasi fino alla fine, facendosi coinvolgere nelle sfide dal tifo degli assessori. Non lascia trasparire invece i suoi colori, sulla carta quelli di San Martino, il sindaco. Che fa gli onori di casa tra prefetto, questore, comandante dei carabinieri e della Finanza.
Sembrano infiniti gli 880 metri e non solo per la curva a gomito in cui spesso si decidono le sfide. Ma Pila non ha bisogno di niente, è troppo forte. Il fantino Alessandro Fiori alla fine lo ammette: “Non ho eppure usato il frustino, a me il cavallo piace stimolarlo e ne ho trovato uno giovane e intelligente, che sembra fatto apposta per la sabbia. Questa, poi, è molto difficile perché pesante”. Ma non per Diamante Prezioso.
Quando taglia il traguardo, la festa esplode. Praticamente entra tutto il quartiere in pista. Se lo sentivano, si erano presi lo spicchio finale del rettilineo, quello in cui poter dare la carica maggiore al proprio beniamino. E hanno avuto ragione. Fiori è stato perfetto, neppure l’uscita di scena in curva del rivale di San Bartolomeo l’ha distratto e l’applauso finale delle altre contrade, in testa Campiglione e Campolege, dimostra quanto questa vittoria fosse, in fondo, attesa nel modo della Cavalcata.
“Io l’avevo previsto, me lo sentivo proprio” le parole di un contradaiolo doc come Mauro Nucci, per anni firma della Cavalcata sul Resto del Carlino, che dalla finestra di casa ha potuto seguire le perfette partenze del biancoblu. "Una giornata che Fermo ricorderà" sottolinea emozionato il sindaco Calcinaro.
Stupito, in tribuna, Francesco Acquaroli: “Ho sentito proprio il coinvolgimento della città. Questo palio, come altri, porta con sé tradizione identità, valori tangibili che non dobbiamo mai dimenticare. Quindi è stato naturale per me rispondere alla chiamata del sindaco Calcinaro, che ringrazio.” Un sindaco che mantiene la calma, che richiama il mossiere, che stava tentennando troppo nel chiamare la batteria finale, ma che ha ben diretto la fase più calda del Palio.
Ora è festa, quella che è partita in pista è proseguita al duomo, dove i contradaioli hanno portato il Palio peer dedicarlo all’Assunta, e continuerà fino a notte fonda. Perché 41 anni sono lunghi da festeggiare.