MONTERUBBIANO – L’Armata di Pentecoste è pronta, Monterubbiano si anima per la sua Rievocazione storica. La 57esima edizione di Sciò la Pica, dopo due anni di stop per il Covid, riparte con lo spirito dei tempi migliori. “Per noi è la festa del paese, dietro i tre giorni ci sono mesi di lavoro. Siamo partiti a fine 2021 con la parte organizzativa, senza avere la certezza delle norme, siamo qui oggi pronti a vivere ogni momento insieme” spiega la sindaca Meri Marziali.
Al suo fianco Fabio Bartacci e tanti volontari per l’associazione che si è data un nuovo statuto e ora la presidenza è affidata al sindaco. “Un modo anche per dire che è LA festa di Monterubbiano. La scelta è per dare ancora più sostegno alla realtà” prosegue.
Partner è la Pro loco guidata da massimo Properzi, che si occuperà anche della parte food, con gli stand che fanno festa solo a guardarli, mentre ci si muove dal campo di gara, di fronte al cimitero, al centro storico. “E abbiamo già idee che discuteremo con la sindaca per crescere in futuro” sottolinea senza voler anticipare nulla.
La rievocazione di Monterubbiano ha i piedi ben saldi nella storia. E se non fosse chiaro, ci pensa la professoressa Elisabetta Vesprini a ricordarlo. Ogni parola è un tassello del puzzle che davanti agli occhi fa apparire dame e cavalieri, podestà e tiranni. “Non inventiamo nulla, tutto è scritto e raccontato nello statuto comunale del 1538. Nasceva come Festa di Santa Maria del Soccorso. Una rievocazione - spiega la prof - con più anime, dalla donazione dei ceri dedicata alla Madonna che la leggenda vuole protagonista nella cacciata del tiranno di Fermo, alla parte laica che riviviamo oggi nella giostra”.
L’archivio di Monterubbiano è la linea guida di una rievocazione che ha le sue radici nel Rinascimento, che torna in tutti gli abiti del corteggio: un esempio si può ammirare in sala consiliare, con i vestiti neri dei priori. Le corporazioni, che sarebbero le contrade di Monterubbiano insieme con capitano, dama, fantini e il podestà. Figura particolare, quest’ultima, perché arriva da fuori comune ed era un uomo di legge. “Quest’anno – spiega la professoressa – lo interpreterà Gianmario Borroni, sindaco di Monte Rinaldo”.
Il corteo, in programma domenica alle 1530, sarà composto da 163 figuranti, inclusi i tamburini della scuola che coinvolge bambini di 5-6 anni. Le corporazioni hanno scelto i loro cavalieri. C’è un superfavorito, come si conviene a ogni gara, ed è Luca Innocenzi. Da anni tra i più forti fantini d’Italia, re indiscusso della quintana di Ascoli, già vincitore a Monterubbiano, difenderà i colori dei Bifolchi, campioni in carica.
Gli Artisti hanno invece scelto il cavaliere Mario Cavallari, giovanissimo di Servigliano. I Mulattieri presentano Nicolas Lionetti di Faenza, mentre per gli Zappaterra arriva da Ascoli Piceno Matteo Peroni, classe 1994, già secondo cavaliere dei sestieri Tufilla e Piazzarola alla Quintana.
A completare il coinvolgimento di ogni anima della cittadina, ci sono gli artisti che hanno realizzato i primi e la grafica della rievocazione. “Devo dire grazie al professor Perotti e ad Alberto Mircoli. Il primo ha saputo con gli alunni del liceo Artistico di Fermo realizzare le ceramiche che verranno consegnate ai vincitori, mentre Alberto, tra l’altro ex alunno del Preziotti, con il suo professore universitario ha immaginato la rievocazione del futuro”.
La locandina richiama una ‘S’, quella di Sciò, ed è composta dalle figure stilizzate del cavaliere e delle corporazioni. Una grafica pensata dai giovani, perché non c’è futuro per chi ha radici nel 1500 se non riesce a farsi conoscere e amare.
Appuntamento al 4 e 5 giugno. Sabato si parte con le prove e si prosegue con lo spettacolo di musici e sbandieratori, domenica processione al mattino con i ceri, corteo nel pomeriggio e poi Giostra dell’Anello. Il 7, pomeriggio più locale con il parco San Rocco che si animerà con i baccanali.
Raffaele Vitali