MONTE RINALDO – “La Cuma di Monte Rinaldo ha i requisiti per entrare nelal rete dei parchi archeologici delle Marche. ogni anno è cresciuto a livello culturale”. A dirlo è Enrico Giorgi, il professore che ha diretto la campagna di scavi che sta per concludersi in questi giorni all'esterno dell'area archeologica che ospita un tempio di età romana.
Una decina di studenti sono stati impegnati per settimane, un mix tra specializzandi, dottorandi e assegnisti di ricerca del Dipartimento storia culture civiltà dell'Università di Bologna. I risultati saranno mostrati domani alla presenza del sindaco Borroni, di Paola Mazzieri della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Marche e dell'assessore regionale Guido Castelli.
Il professore non ha dubbi sul valore della Cuma. Due le ragioni in particolare: Da un lato il maestoso colonnato, che fa riflettere e pensare al cambiamento, una struttura che affascina, crea attenzione ed entusiasmo. Dall'altro, l'aspetto del paesaggio, un paesaggio agrario fortemente rappresentativo delle Marche”. Colonne come ombelico della natura.
Un lavoro che merita l’attenzione della Sovrintendenza che a settembre inaugurerà all’interno di Palazzo Fossi una mostra. “Questa esposizione - spiega - riporterà a Monte Rinaldo alcune delle terrecotte architettoniche andate in mostra alle Scuderie del Quirinale, accanto ad altri reperti che testimoniano tutta la ritualità che si svolgeva dentro e attorno al santuario: quindi ceramiche con iscrizioni alle divinità venerate e anche le fasi che non sono più quelle del santuario una volta riabitato da una fattoria romana, compresa perciò la fase sepolcrale”.
Raffaele Vitali