FERMO – L’arancione è il colore del giorno. Un simbolo di vicinanza alle donne, una luce che illumina chi subisce violenza, che dà forza e coraggio a chi deve uscire di casa e denunciare. In tutto il Fermano i comuni hanno illuminato i principali monumenti. E così ha fatto il colonnello Antonio Marinucci con la caserma provinciale, affiancato dai comandnti Gismondi e Di Pilato.
Una iniziativa presa insieme con il Soroptimist guidato dall’architetta Giovanna Paci. “Recependo le istanze sociali sempre più attente alle vittime e alla centralità della loro tutela anticipata, l’Arma – spiega Marinucci - ha istituito la sezione “Atti Persecutori”. A livello locale c’è un servizio specializzato in tema di violenza contro le donne”.
Le vittime di violenza a Fermo trovano “Una stanza tutta per sé” inaugurata nel 2017. “La stanza è un luogo realizzato con accorgimenti logistici che scaturiscono dalla consapevolezza che non è solo il tipo di relazione che si instaura a favorire il dialogo, ma anche il contesto. Un ambiente pensato per comunicare serenità e facilitare l’audizione nel difficile percorso di liberazione” aggiunge Marinucci.
Lo scopo è quello di ridurre al minimo la cosiddetta “vittimizzazione secondaria”, ovvero le conseguenze negative che, sotto il profilo psicologico e relazionale, potrebbero derivare alla vittima dal contatto con le Istituzioni. “La donna che subisce violenza, è esposta ad una prima vittimizzazione come diretta conseguenza del reato che subisce. La successiva scelta di denunciare è un momento molto critico, doloroso, in particolare per quelle forme di violenza che avvengono all’interno delle mura domestiche, alla presenza dei figli, in un contesto che si trasforma da luogo di protezione a teatro di sofferenza”.
Non mancano i casi nel Fermano che i carabinieri perseguono supportando poi le vittime con il progetto “Sis.Ter.In” (Sistema territoriale integrato) per l’empowerment e l’autonomia psico-socio-lavorativo delle vittime di violenza di genere, finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità e che vede come capofila l’ambito Territoriale XIX.
Le vittime di violenza a Fermo trovano “Una stanza tutta per sé” inaugurata nel 2017. “La stanza è un luogo realizzato con accorgimenti logistici che scaturiscono dalla consapevolezza che non è solo il tipo di relazione che si instaura a favorire il dialogo, ma anche il contesto. Un ambiente pensato per comunicare serenità e facilitare l’audizione nel difficile percorso di liberazione” aggiunge Marinucci.
Lo scopo è quello di ridurre al minimo la cosiddetta “vittimizzazione secondaria”, ovvero le conseguenze negative che, sotto il profilo psicologico e relazionale, potrebbero derivare alla vittima dal contatto con le Istituzioni. “La donna che subisce violenza, è esposta ad una prima vittimizzazione come diretta conseguenza del reato che subisce. La successiva scelta di denunciare è un momento molto critico, doloroso, in particolare per quelle forme di violenza che avvengono all’interno delle mura domestiche, alla presenza dei figli, in un contesto che si trasforma da luogo di protezione a teatro di sofferenza”.
Non mancano i casi nel Fermano che i carabinieri perseguono supportando poi le vittime con il progetto “Sis.Ter.In” (Sistema territoriale integrato) per l’empowerment e l’autonomia psico-socio-lavorativo delle vittime di violenza di genere, finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità e che vede come capofila l’ambito Territoriale XIX.