di Raffaele Vitali
FERMO – Che la corsa abbia inizio. Le Marche Ideali di Sauro Longhi partono da Fermo con un messaggio chiaro: “Io ci sono e sono qui, per tutti, pronto ad ascoltare, pronto a ragionare sul futuro della regione”. Non è catalogabile l’ex rettore, se non per un aspetto: è un progressista, liberale e profondamente europeista, uno che cerca il lato proattivo in ogni persona che incontra, ancora di più nei giovani. Non è un anti Ceriscioli, tutt'altro, per lui la parola giusta è alternativo.
“Un civico laico” ama definirsi. Per l’inizio del cammino, non è ancora giusto parlare di lancio della campagna elettorale, ha scelto il covo amico, Fermo. Qui è amato Longhi, perché da rettore l’ha messa a pari livello con la casa madre Ancona, l’ha fatta sentire importante. E poi al suo fianco ha chiamato le dirigenti, il trio di wonderwomen che guidano gli istituti tecnici della città, “ma in un prossimo incontro completerò il quadro con Licei e non solo”.
E siccome serve sempre una mano invisibile, ecco Sante Pessot, il padre degli Artigianelli che erano presenti anche grazie a imprenditori illuminati e generosi come Luzi e Vitturini. Un primo assaggio di squadra di chi, correndo per la carica di Governatore delle Marche, ha bisogno di tutti non essendo, al momento, espressione.
“Guardo voi e penso al futuro della città” esordisce il sindaco Paolo Calcinaro che non poteva mancare all’incontro con Longhi, “per me Sauro”, visto il peso dell’università a Fermo. A organizzare gli ex allievi del Montani, “che conta oltre 4mila persone in provincia” precisa Carlo Labbrozzi guardando la sala in cui siede quel mondo moderato, c'era anche il sindaco sangiorgese Loira, su cui punta il prof della Politecnica se vuole essere il candidato vincente.
“Ancona terra felix? Nel senso di fertile, non di felice. Ma noi viviamo in un territorio che ha preso una granella di pugni e ora non sa dove andare” sottolinea Adolfo Leoni dando la parola a Longhi: “I Paesi più sviluppati fanno della conoscenza e dei valori della scuola un asse importantissimo. Perché è lì che si formano i giovani, che sono il propulsore dei territori, che risvegliano il pugile a terra. Tutto passa attraverso la scuola, che non è solo negli otto anni d’obbligo, ma che deve proseguire”.
Torna su un suo cavallo, l’Industria 4.0: “Gli altri Pesi la vivono come una opportunità di crescita. Noi abbiamo bisogno di macchine e tecnologie, ma ci servono le persone che usano le tecnologie. Se non sono pronte, l’uncico modo è formarli”.
Il nodo è quale formazione? “Sogno che tutti arrivino all’università, saranno più preparati e competenti, con più idee. Essere imprenditore è uno che scommette. Che sarebbe facile, ma chi fa impresa scommette sapendo dove andare, verso quali soluzioni. Ha le informazioni, ha le conoscenze, non gioca d’azzardo”.
Parte da qui l’ex rettore: scuola e imprenditorialità. “I territori crescono quando capiscono quello che valgono, quali sono i loro valori e come renderli fruibili da altri, mantenendo l’equilibrio ambientale. I cambiamenti climatici non sono una scommessa, sono una realtà. Noi viviamo in uno spazio ben finito, che è il nostro pianeta e lo attraversiamo in un tempo determinato. Visto che stiamo in uno spazio bellissimo ma limitato, cerchiamo di lasciare a chi viene dopo delle condizioni migliori. L’Europa punta sul green e su questo dirotterà le azioni economiche. Agiamo, le possibilità ci sono”.
Ha voluto quattro scuole vicino a lui, non scelte a caso: scuole che preparano le persone per entrare nel mondo del lavoro.
Il format dell’incontro è semplice, spunti dagli ospiti, contenuti da Longhi. “Se l’obiettivo è lavorare meglio, sarebbe anche lavorare meno. Per arrivarci dobbiamo insegnare ai giovani a imparare come continuare a imparare negli anni che verranno in cui le tecnologie cambieranno”. Un esempio, inserire la tecnologia nelle scarpe (nel Fermano lo sta facendo Fessura per il mondo Apple, ndr) è una strada, come lo è settorizzare la produzione. “Oggi le Pmi sono spaventate dalla velocità. Facciamola diventare un alleato, facendo della dinamicità dato dal piccolo in una risorsa da giocare sul mercato. Ma per farlo servono i giovani preparati, ma che non sanno fare, ma hanno competenze, sono una valigia piena di conoscenza”.
Per riuscirci potenziare l’alternanza scuola lavoro, come ha sottolineato a nome di tutte le dirigenti, Cristina Corradini. Ne è convinto anche il rettore, che in alternanza vorrebbe portare anche il Pd, non solo i 5 Stelle e i civici, per diventare davvero un collettore di idee e di programma per le sue Marche ideali.