FERMO – “Così non ci risolleveremo più”. Per chi, per anni, ha provato a ridare dignità e attenzione al suo territorio, la piccola provincia di Fermo, l’emendamento approvato in Commissione Bilancio è un vero autogol.
“L’esclusione delle aree di crisi della Regione Marche dal beneficio dello sgravio contributivo del 30% sui contratti di lavoro è insostenibile per i territori di riferimento in quanto crea un effetto distorsivo sulle scelte localizzative delle imprese che vogliono investire” commenta Fabrizio Cesetti, consigliere regionale del Pd ed ex assessore proprio alle aree di crisi.
Lui lo ribadisce da tempo: aver ottenuto il riconoscimento di area di crisi complessa senza un piano infrastrutturale e una politica decontributiva sarebbe una vittoria effimera.
“L’emendamento approvato è di nessuna utilità per il territorio fermano-maceratese e anzi ne compromette seriamente la strategia di rilancio determinando una insopportabile disparità tra territori e non eviterà l’esodo delle imprese del fermano-maceratese che sono stufe di essere considerate figlie di un dio minore” prosegue attaccando anche “le inopportune esternate soddisfazioni”.
Una battaglia che ha radici lontane vissuta tra emendamenti al senato, a firma di Francesco Verducci, e azioni della regione: “Ricorso – riprende il consigliere Dem – il 10 agosto quando chiedevo al Governo di estendere i benefici della misura decontributiva anche alle aziende localizzate nelle aree di crisi industriale complessa delle Regioni contigue a quelle interessate alla norma".
Oggi, di fronte a questo nuovo passo penalizzante chiede un intervento del Partito Democratico regionale e del Gruppo assembleare "nei confronti del Governo e del Parlamento perché sarebbe ora che questi ultimi prestino la dovuta attenzione a tutti i territori della Regione Marche colpiti più di altri dalla crisi economica prima, dal terremoto dopo ed infine dalla pandemia” conclude.
r.vit.