FERMO – La notizia che ha scosso il mondo imprenditoriale marchigiano è arrivata ieri sera alle 21,30: Francesco Merloni, l’uomo che seppe prendere le redini dell’Ariston dal padre Aristide portandola nel mondo da protagonista, si era spento nella sua casa di Fabriano.
A poche ore, numerosi sono gli interventi del mondo imprenditoriale che ricordano il titolare dell’Ariston, oggi guidata dal figlio Paolo, un uomo che ha sempre creduto nel modello marchigiano, fatto di Pmi, anche se con la sua famiglia è stato il primo a creare la grande azienda multinazionale capace di dare lavoro a diecimila dipendenti.
“Per il mondo di Confindustria, Francesco Merloni è stato un faro. Nei suoi 99 anni di vita ha saputo incidere sull’economia e sulla politica della nostra Regione, portando le Marche a livelli internazionali” sottolinea Fabrizio Luciani, presindete di Confindustria Fermo.
Che ricorda l’ultima lezione agli imprenditori fermani in occasione della presentazione della classifica delle principali imprese marchigiane. Era il novembre 2022. “Quel giorno mandò due messaggi chiari: il primo è che auspicava la nascita di una Confindustria unica nelle Marche, per renderla più forte a livello nazionale e capace di incidere maggiormente nelle politiche disviluppo; il secondo è che se si vuole crescere ci sono solo due strade, la qualità e l’innovazione”.
Parole che fanno parte del Dna della Svem, la società regionale che aiuta le imprese nel percorso di sviluppo, guidata dall’imprenditore monturanese Andrea Santori: “Per chi come la Svem porta nel suo nome le parole Sviluppo, Europa e Marche, Francesco Merloni è un simbolo. Un imprenditore che ha saputo coniugare il business al ruolo sociale dell’impresa. Partendo da un tipico comune marchigiano come Fabriano, ha creato un'azienda capace di competere con i colossi internazionali. Non si è mai accontentato, ha sempre cercato di migliorare il prodotto e – ricorda Santori a nome di tutto il Cda - lo ha fatto investendo in ricerca, dando alla Fondazione che porta il nome del padre un ruolo attivo nella promozione e nella crescita della capacità imprenditoriale regionale”.
Parole di grande stima anche da Gino Sabatini, presidente di Camera Marche: “Perdiamo un protagonista della storia economica del Paese, il capitano d'industria che ha portato l'eccellenza manifatturiera regionale nel mondo, ma anche il parlamentare e il ministro, che ha trasfuso nell’impegno politico e di Governo i valori profondi della nostra intera comunità marchigiana. Un esempio da cui ripartire per rilanciare le nostre economie tenendo conto di uno scenario socio economico profondamente mutato”.
Da tutti il cordoglio ai familiari, alla moglie Maria Cecilia e ai figli Paolo, Francesca e Claudia. La camera ardente è stata allestita nel sito di Albacina a Fabriano, primo stabilimento fondato da Aristide Berloni, ed è visitabile fino alle 14 di venerdì 4, poi il feretro raggiungerà la cattedrale di San Venanzio a Fabriano per la celebrazione dei funerali.