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L'addio a Mario Scarfini, tra canti, parole e lacrime: "Signore, lascialo andare per le tue montagne"

23 Novembre 2021

FERMO - Chissà se Mario Scarfini si aspettava così tanta gente al suo funerale, se sapesse di essere così stimato e ammirato, anche per la bella famiglia che continua ad accompagnarlo con lo sguardo, le preghiere, le lacrime.

Sulla bara, al centro della cattedrale, tra tanti fiori c'è anche la maglia della Fermana, consegnata dal presidente Simoni ad Alberto, il figlio assessore. Una cerimonia toccante, dalla lunga omelia di don Michele alle parole dei figli fino alla struggente canto intonato da una voce senza musica che ha riempito il duomo: “Santa Maria Signora della neve, copri col bianco soffice mantello, il nostro amico, il nostro fratello, su nel paradiso, su nel paradiso, lascialo andare per le tue montagne”.

Don Michele Rogante si è rivolto ai figli, alla moglie, ai parenti e ai tanti amici di Mario Scarfini: "Ho conosciuto per primo Alberto, poi Giacomo. Incontri belli con persone belle. Ho capito che la fonte fosse buona. Poi Mario e Carla. Mi dispiace di non avere avuto modo prima. Ho capito di quale grande uomo fosse, anzi è”. Gli aggettivi usati si ripetono nelle parole di don Michele, ma anche in quelle del figlio Giacomo, bloccato a Bologna perché in quarantena: “Onesto, indipendente, passionale, curioso, dall'ironia raffinata”. Un esempio per i figli e i nipoti. “Era lui il nonno che apriva la porta a Babbo natale a casa” ribadisce don Michele.

Del resto, aveva valori solidi alla base, era stato un ragazzo di Don Celso, uno dei quelli del san Carlo. “Celebriamo una storia d'amore. Hai scelto di volare alto e libero, ma con le ali forti. Un silenzioso e incorruttibile punto di riferimento” ribadiscono Alberto e Giacomo, due fratelli che nel padre avevano il faro che non si spegneva mai.

La sfida ora è fare della perdita un punto di forza: “Dobbiamo farlo maturare in noi” ricorda don Michele, citando proprio la moglie Carla. In chiesa regna il silenzio, rotto solo gli applausi dopo le parole dei familiari prima e degli amici del Cai e della Fermana, poi. “Sei uscito di scena come uno degli eroi solitari dei film western che tanto ti piacevano. Ognuno di noi ti porterà dentro, sapendo che da oggi il tuo spirito forte è ancora più libero” proseguono i figli.

Se ne va così “l’eterno ragazzo” che guardava sempre avanti, in cerca di una nuova vetta da raggiungere, da ammirare e da studiare perché poi tutti gli appassionati della montagna potessero fare lo stesso percorso. Questo era Mario Scarfini, l’uomo che apriva sentieri, li curava e li faceva conoscere.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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