FERMO – Ha resistito per tutta la messa, la forza della fede è l’unica che permette di superare il dolore della morte. Ma alla fine, di fronte al picchetto d’onore che l’accademia della schema di Fermo, di cui fa parte la figlia, le lacrime sono state inevitabili. Maria Chiara Leonori, moglie di Piero Ferracuti, si è stretta alle sue figlie ed è sta circondata dall’affetto di centinaia di persone.
Piena San Domenico, pieno il piazzale di giovani, di colleghi, di dirigenti scolastici, mancava la Corradini perché all’estero ma ha mandato un messaggio e il vicepreside, di politici, di cittadini, di istituzioni, prefetto Rocchegiani in testa. Per l’uomo che ha incarnato l’anima del liceo classico si sono mossi davvero tutti. Toccante l’omelia di don Michele, l’unico a parlare per espressa richiesta della famiglia.
Le letture sono quelle del giorno,” perché andavano bene per Piero” ribadisce don Michele che ha celebrato perché “il vescovo è fuori e purtroppo non è riuscito a tornare”. Don Michele ha ricordato a tutti che “Piero si fidava di Dio. Sarà stato imperfetto ma il non temere il Signore lo ha fatto rialzare ogni volta. Piero aveva piena volontà di capire quello che voleva il Signore, comportandosi sempre in maniera degna, portando frutti, da uomo di conoscenza com'era”.
L’offertorio è stato affidato alla Caritas, l’associazione a cui la famiglia Ferracuti è da sempre legata, fin dal giorno del loro matrimonio. “Piero lo conosciamo tutti, le letture lo descrivono, fede profonda e fresca, che oggi illumina questo momento. La fede ci dice che non c'è fine con la morte, c'è una vita che continua. La vita è trasformata, non è tolta”.
Ci prova don Michele a seminare serenità: “La nostra fede ci spinge alla gioia perché lui non è altrove. Un uomo capace di gestire la fase del terremoto, capace di impegnarsi tanto per i 700 anni della morte di Dante: grande cultura e umanità, attento alle persone e ai giovani, appassionato di Dante e Leopardi, di greco e latino. Un uomo deciso, ma gentile e ironico”.
Inutile negare, se ne è andato troppo presto. Ma anche su questo don Michele è chiaro: “Da uomo di fede avrebbe risposto che i tempi li conosce il Signore, a noi spetta vivere al meglio ogni tempo. Dobbiamo vivere ogni giorno così, nel migliore dei modi. Questo ci direbbe Piero”. Finisce così la messa, ci vuole tempo prima che la bara esca fuori, in tanti vogliono toccarla e salutarlo con un lungo applauso.