*La Corte Suprema degli Stati Uniti d’America con la sentenza del 24/6/2022, caso Dobbs vs Jackson Women's Health Organization, 213 pagine, dichiara: “La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto. … L’aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto”.
La sentenza ribalta quanto affermato il 22 Gennaio 1973, caso Roe vs Wade, con l’aborto riconosciuto dal 14° emendamento della Costituzione, quale diritto alla privacy, intesa come libera scelta nelle questioni intime di una donna.
All’esame una legge del Mississippi del 2018 che vieta l’aborto dopo 15 settimane in contrasto con la Roe - pseudonimo di Norma McCorvey, che aveva due figli e non voleva il terzo in uno Stato, il Texas, che proibiva l’aborto - che lo rende possibile fino a 24 settimane.
Questi i fatti, il resto sono grida. I giudici sono divisi. In verità ieri come oggi, i giudici decidono a maggioranza, 7 a 2 contro 6 a 3. La fine del diritto di aborto!
In verità ogni Stato democraticamente sarà libero di disciplinare l’interruzione volontaria della gravidanza.
Piuttosto va detto che in 49 anni tra le due sentenze, il Congresso americano non è stato capace di fare una legge che affermasse il diritto di aborto, riconosciuto dalla giurisprudenza dietro la quale la politica si è nascosta per evitare un argomento etico che divide le coscienze e l’elettorato.
In vista delle elezioni un Governo in caduta libera per recuperare consensi ha bisogno di guerre e di espedienti per procurarle.
Così ai primi di maggio la rivista “Politico”, nomen omen, pubblica la velina sfuggita al riserbo delle stanze degli uffici della Corte Suprema dove si veniva abbozzando la decisione e scoppia la polemica, cui segue ora l’invito del Presidente Biden e degli Obama e della sinistra europea alla mobilitazione al voto di novembre contro “l’America che odia le donne”.
Certo da quella sentenza del 1973, seguono in Italia nel 1975 la depenalizzazione da parte della Corte Costituzionale dell’aborto, quindi la legge in materia, la 194 nel 1978.
Cosa deriverà da questa sentenza 2022? Il confronto è aperto.
*Avvocato Andrea Agostini