AMANDOLA – Pensiero e ambiente. La camminata filosofica del Filofest organizzata da Wega torna e riempie il lago di San Ruffino. Più forte del maltempo, più forte della paura della pandemia, più forte perché unica nel suo genere.
Oltre cento persone si sono messe in cammino seguendo la guida del pensiero, il filoso Sergio Labate. “Un’esperienza coinvolgente” commentano alcuni partecipanti. Tra di loro anche il sindaco Adolfo Marinangeli, che non è voluto mancare a un appuntamento che fin da prima del sisma caratterizza i Sibillini, forte dell’impresa sociale che ha sede ad Amandola.
“Momenti che fanno comprendere l’importanza dell’equilibrio tra uomo e natura. Un viatico per uno stile di vita più appagante e autentico” ha aggiunto il presidente di Wega, Domenico Baratto.
Per Labate, un’esperienza nuova: “Abbiamo riflettuto sulla nostalgia della natura, un sentimento che sembra all’opera ogni volta che cerchiamo un riparo dentro la bellezza del mondo. Riflettere insieme sulla nostalgia della natura è stato utile per comprendere meglio il nostro sé naturale e la nostra contingenza. Il percorso è stato dunque un modo per prendersi cura di sé stessi, attraverso un percorso di maggiore consapevolezza”.
Il pubblico, in mezzo anche l’assessore Tassi e padre Gianfranco dell’Ambro, ha seguito e poi ha iniziato a dialogare. Il percorso ha costeggiato il lago ed è giunto fino al Parco dei Cervi, dove si è tenuto un piccolo rinfresco con l’azienda Fontegranne.
“Siamo tornati dove tutto è iniziato, ad Amandola. Stiamo lavorando per una seconda vita del Filofest, un rilancio e una ristrutturazione, e volevamo fortemente che questa fase si chiudesse e ripartisse da questo territorio, da Amandola, che è casa nostra” ribadisce Domenico Baratto, che in questi anni il festival lo aveva reso itinerante ma che ora, magari di nuovo insieme con il Comune, lo vuole consolidare affidandosi al beato Antonio.