PORTO SAN GIORGIO – Come perdere una partita (76-85) che si stava vincendo e che si sarebbe vinta tranquillamente? Il tutorial lo offre Aaron Thomas, semplicemente sublime per due quarti, prima che gli si annebbi il cervello e sul 46-46 al 25’, dopo aver sbagliato un canestro già fatto, prima commette fallo e poi non soddisfatto continua nel suo soliloquio che gli costa un tecnico.
In un amen si ritrova in panchina. E senza di lui si spegne la luce in attacco di una squadra che già era entrata in campo senza il pivot titolare, Thompson IV, emigrato in Corea, e l’infortunato Cortese. I gialloblù si ritrovano sotto di 8 senza neppure accorgersene. Merito di Milano, che non fa nulla di straordinario, ma semplicemente ha capito che Cucci è in giornata no in difesa, si muove bene per una decina di minuti in attacco, e quindi basta servire il suo uomo che puntualmente segna, che si chiami Benevelli o Piunti.
La sconfitta fa dimenticare anche la buona prova di Berti (6 punti, il lunghissimo pivot che nelle quattro vittorie di Gennaro Di Carlo era rimasto sempre in panchina e che oggi invece viene buttato in quintetto, con ottimi risultati. Ma il coach poi gli preferisce Serpilli che però regala più che altro airball, tolta la tripla dell’ultimo momento di parità (53-54).
Tornando a Thomas, l’americano rientra nell’ultimo periodo e cosa fa? Prova a vincere da solo. Realizza sì i primi quattro punti consecutivi, ma poi litiga col ferro, in buona compagnia vedi due appoggi di Cucci da sotto, e neppure i regali di Sabatini dalla lunga distanza bastano per il miracolo.
Si ferma la striscia di imbattibilità della Poderosa, a cui era difficile chiedere di più come impegno, perché tolti degli errori difensivi aveva anche fatto vedere che sa sbucciarsi le ginocchia, una grande palla l’ha recuperata Conti in tuffo. Ma non è bastato, perché per vincere serviva che ognuno desse qualcosa in più. Thomas lo stava facendo, 20 punti in due quarti. Solo che poi ha deciso di dare anche una parola di troppo, come gli capita troppo spesso, e così è finita.
Troppi 85 punti subiti, non è servita la zona che ha prodotto un paio di palle recuperate ma anche tiri comodi. Troppi considerando che 15 sono arrivati dall’ex Sutor Giorgio Piunti, con tanto di schiaccione a una mano, e 22 da Benevelli. Due attori non protagonisti che hanno trovato nell’area pitturata dei gialloblù il loro paradiso. Peccato, sarebbe bello rigiocarla con il roster al completo, quello che Di carlo spera di avere pronto per Roseto.
Raffaele Vitali