GROTTAZZOLINA – “Non dobbiamo pensare subito a chi saranno i nostri avversari diretti per la salvezza, dobbiamo ragionare di partita in partita provando a portare via punti sempre. Chiaro, conosciamo il nostro valore e quello delle altre squadre, ma senza alcuna presunzione dobbiamo giocare sempre al massimo senza mai partire battuti, e se lo faremo sono certo che succederà qualcosa di positivo” le parole di Dusan Petkovic, martello serbo detentore del record di punti in Superlega, erano arrivate poche ore prima dell’amichevole a Roseto contro il Cisterna Volley.
Parole che non sono state smentite dal campo, perché la Yuasa di punti ne porta via, pure tanti, ma a vincere sono i laziali. Deve arrivare il primo urlo da Superlega, ma coach Ortenzi non si scompone. Per i suoi è davvero un’avventura nuova, anche se i tanti giocatori d’esperienza devono assolutamente diventare la scintilla che accende il fuoco anche di chi viene dalla A2.
Petkovic ha messo a terra 16 palloni, ancora in ombra è invece Demyanenko, ma il canadese è in piena fase di carico post Olimpiadi, quindi va con calma atteso. Il palleggiatore Zhukouski sta pian piano conoscendo i suoi compagni, affinando quei dettagli che in Superlega fanno la differenza. Il gioco è più fisico e veloce, anche un secondo cambia l’esito di un’alzata.
Servono anche concentrazione e determinazione, in Superlega non ci si può rilassare e soprattutto mai dare all’avversario la sensazione di essersi arresi in anticipo, altrimenti la fotografia diventa il terzo set dell’amichevole in cui Cisterna ha lasciato la Yuasa lasciandogli solo 14 punti dopo che il secondo lo aveva vinto ai vantaggi. Su questo di certo già si sarà fatto sentire negli spogliatoi Ortenzi.
Il tempo stringe, la crescita è evidente ma ancora non basta. Il mondo Yuasa Battery è davvero un cantiere aperto, non solo al PalaSavelli che sta diventando la casa del volley. Per essere protagonisti nel campionato più difficile del mondo, questo è riconosciuto alla Superlega italiana, non basterà la passione della cittadina, che deve diventare la passione di un territorio.
“Nello sport di oggi spesso tutto viene visto come un business, quando e se un club gioca con il cuore questo per me diventa un particolare decisivo” riprende Petkovic che guarda al bicchiere mezzo pieno: “Nella seconda parte della stagione si potrà fare qualche calcolo in più, ma all’inizio la griglia di quelli che sono i team più forti e quelli meno non è così definita, perché un conto è ciò che si può prevedere sulla carta e un conto è il campo”.
r.vit