BOLOGNA – Niente da fare, non bastano i 400 tifosi biancorossi a cambiare il destino di un match che si sapeva dall’inizio sarebbe stato complicato. Perché la Virtus Bologna non è solo forte, è lunghissima nel roster e quindi nessuno si accorge che venerdì ha già giocato, e perso, contro Madrid. Forse un po’ di stanchezza nelle gambe dei padroni di casa la si nota solo nei primi due quarti, quelli in cui la Carpegna Prosciutto riesce anche a mettere la testa avanti.
Nel basket, però, il terzo quarto è spesso decisivo. Quello che ha giocato la Virtus è stato al limite della perfezione (23-11). Merito di un concentrato Belinelli, di un micidiale Hackett e del sempre utile Wheems. Pesaro, da parte sua, vede scomparire dal campo il suo leader Abdur Rahkman e dopo aver retto bene per 25’ si lascia andare. A riprova che a questi livelli non bastano pochi minuti di bel gioco per vincere.
La panchina bianconera rende di più, non tanto in fase offensiva, quanto in difesa, perché gli uomini di coach Scariolo non hanno mai passaggi a vuoto. La Carpegna Prosciutto, che nei primi trenta minuti non ha nulla da Austin Daye, completamente fuori dai giochi, l’ultimo sussulto ce l’ha proprio con la tripla del figlio di Darren (74-61). Ma inizia troppo tardi a tirare il numero 23 e il meno venti è la fotografia di qualcosa che si è rotto nel gioco degli uomini di Repesa. Il coach ci mette anche del suo, con quintetti che non funzionano ma che lui non cambia finendo per mandare fuori fase un paio dei suoi.
C’è però del buono da riportare a casa. Innanzitutto la prova di Leonardo Totè che Repesa carica schierandolo nello starting five. Punti e assist per il lungo che con Moretti regala le giocate più belle. Quelle che dall’altra parte, invece, portano la firma di Daniel Hackett, impeccabile in regia, con letture puntuali sia in fase di tiro, sia nel cogliere i compagni quando marcati da avversari più deboli. Bene anche Charalampoupolos che dimostra come l’infortunio sia alle spalle.
E poi i tifosi, che non smettono mai di incitare i giocatori, che provano a rendere meno doloroso il ko, vedi la penetrazione di Moretti per l’85-72 che rende il divario più onorevole a poco più di un minuto dalla fine.
Da rivedere invece la prestazione di Visconti. È evidente che Repesa crede nella guardia. La sua grinta è spesso l’accendino nei momenti di quiete, è stato in grado di stoppare Camara, ma non deve abusarne e riuscire invece a metterla in difesa, dove perde spesso l’uomo sul primo passo. Finisce 88-76, con i bianconeri che rallentano e la Vuelle che invece continua a segnare perché a nessuno piace tornare a casa con il ventello sulle spalle.
Con la squadra al completo, coach Repesa ha in mano un roster da prime otto. Va inserito Daye, questa è una certezza, trovando la chiave per farlo giocare anche con Cheatham, diventato ormai la vera guardia dei pesaresi, perché che segni o che sbagli, al tiro da tre non rinuncia mai.
Raffaele Vitali