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La violenza contro le donne si vince (anche) con lo sport. "Dà autostima, evita l'isolamento: una rivoluzione culturale"

14 Novembre 2021

FERMO – Città sensibile al mondo femminile quella di Fermo. È emerso durante il convegno organizzato dal Tempio di Bellona, che ha affrontato il tema della lotta alla violenza sulle donne partendo dallo sport e lo ha fatto portando sul palco tre donne che occupano ruoli apicali: la ministra Bonetti, la sottosegretaria Vezzali e l’onorevole Annibali.  

“A Fermo c’è un percorso strutturato di costruzione di comunità educante, contrasto alle violenze di genere. E i risultati sono evidenti” sottolinea la ministra. Tra i vari punti di forza c’è anche la casa rifugio per le vittime di tratta e violenza, voluta dalla città nel 2015, come ha ricordato il sindaco Paolo Calcinaro.

A cui non resta, insieme con l’assessora Micol Lanzidei, dare finalmente voce alle donne della città istituendo la Commissione Pari Opportunità, rimasta sulla carta, “ma per cui il regolamento è pronto” chiosa Lanzidei. Chissà, magari quando il 25 novembre la prefetta Filippi chiamerà politica e associazioni, oltre alle forze dell’ordine, per rinsaldare la rete locale anti violenza, se ne saprà di più.

“Nello sport si impara che si può cadere e che ci si rialza, il senso di una vita non è in quella singola vittoria, l’errore ci rende migliori e per questo vale la pena andare avanti. L’educazione è al rispetto di noi stessi, soprattutto sulle bambine. I modelli imposti dalla nostra società sono obsoleti, dobbiamo liberare la creatività dell’esperienza femminile tutta intera. È un obiettivo di tutti” ribadisce la Bonetti.

Deve diventare semplice, anzi normale, anche l’accesso allo Sport: “Anche io ho avuto difficoltà quando sono diventato mamma. E c’è la storia di una pallavolista che rimasta incinta è stata allontanata dalla squadra. Ci sono richiesti sacrifici incredibili, ma siamo in grado di superarli. A 4 mesi dalla nascita di mio figlio, sono diventata campionessa del mondo. Per molti in Federazione è stata la presa di coscienza della federazione sul fatto che potevo tornare a vincere. Uguaglianza, rispetto e meritocrazia si veicolano anche così, lo sport può essere il mezzo per una rivoluzione culturale”. Pensando al centro di antiviolenza, la sottosegretaria annuncia che “sto cercando fondi per permettere alle donne coi figli nei centri di poter praticare sport e potersi reintegrare anche in questo modo”.

Tante idee, tanti progetti, tanto lavoro da fare. “Lo sport è uno strumento per una donna che vive una situazione di violenza per avere cura di se stessa, per uscire da quell’isolamento in cui è costretta, dalla perdita di autostima, per ritrovare il coraggio di interagire con qualcun altro. È un momento per ritrovare il tuo spazio e piano piano te stessa. Sapersi anche difendere è importante, dentro una comunità per non essere soli, confidandosi, parlando” riprende la Annibali, toccata dal video realizzato dal ‘Tempio di Bellona’ e dall’esperienza vissuta poche ore prima a Monterubbiano dove ha inaugurato con la sindaca Marziali una panchina rossa.

Chiara Fermani

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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