di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – “Io resto al mio posto, perché sono una persona perbene”. E venne il giorno della sindaca di Montegranaro Ediana Mancini, affiancata dai due superstiti in Giunta, Perugini e Basso. “Un momento delicato, ho scelto di attendere”. Cosa non è chiaro, vista l’evoluzione che dalla sua revoca ha portato a una serie di dimissioni, ma lei ha una sua strategia.
“Una crisi che volevo risolvere in maniera soddisfacente”. Ma è scomparso il dialogo con il suo vice, Endrio Ubaldi. “Non avendo avuto risposta positiva dal vicesindaco di sostituire l’assessore Giacomo Beverati con Paolo Gaudenzi, il più vicino al vicesindaco e disponibile se Ubaldi avesse detto sì, oggi siamo qui. Senza rispondermi, Ubaldi e la Puggioni hanno protocollato le dimissioni” spiega la Mancini.
“Per me è evidente la non volontà di trovare insieme la soluzione, altro che decisione improvvisa: scelta sofferta e lungamente motivata. Anche perché per me la proposta era soddisfacente, nessuno voleva fare fuori Beverati per potenziare il Pd”. Il clima era diventato insostenibile con continue contestazioni, dalla comunicazione a uso personale della sindaca alla gestione delle scuole, passando per ogni decisione della Mancini.
IL PREGRESSO
Tutto è partito dalla revoca all’assessore Giacomo Beverati. “L’hanno fatta sembrare un fulmine a ciel sereno. Questo è falso”. Una parola forte ‘falso’, ma la sindaca lo motiva, parlando quasi sempre in terza persona. “I problemi sono partiti dal momento in cui gli ho conferito la delega ai Servizi Sociali. Ha avuto una reazione brusca, perché per lui era un dispetto, nonostante le mie motivazioni, legate all’inesperienza della Puggioni e all’essere impegnata con un lavoro che ha orari fissi. In Beverati vedevo la persona giusta per gestire l’assessorato che impegna principalmente il Bilancio”.
L’assessore ha iniziato a lavorare, pur con continue critiche “nei miei confronti, del mio ruolo, del modo di comunicare mio durante il primo periodo Covid, che invece io avevo voluto priva di protagonismi”. Questo fino alla goccia finale: “A fine luglio, in mia assenza, l’assessore ha iniziato a inveire dentro gli uffici e in piazza alla presenza di testimoni. Una situazione gravissima, stavo per querelarlo. Ma è l’emblema del logoramento del rapporto fiduciario”.
Lei si sarebbe attesa le dimissioni di Beverati, visto che era lui a non condividere le scelte. “E invece siamo andati avanti con tutti che sapevano tutto. In particolare il vicesindaco, che ha assistito a episodi di intolleranza anche contro colleghi. Tanto che più volte l’ho allontanato dalle riunioni”. Giorno dopo giorno, fino all’irreparabile. “Più volte gli ho chiesto di modificare l’atteggiamento e, di nuovo la falsità, abbiamo convocato riunioni di maggioranza, puntualmente disattese da chi oggi parla di mancato confronto”.
Da Beverati, stando al sindaco, nessuna apertura, nessun cambiamento di comportamento e tanto meno di linea politica: “Ma il mio primo compito è tutelare il ruolo, i dipendenti, i colleghi, i cittadini che rappresento”.
IL VICE SINDACO
Va all’attacco di Ubaldi e del suo comportamento la sindaca: “La persona di mia massima fiducia, che ha assistito a queste sceneggiate, non mi ha mai difeso. Lui sapeva tutto, ho più volte lamentato la situazione, ma oggi sono attaccata per essere stata poco sensibile. Come se invece la mia si possa calpestare normalmente”. Per Ubaldi anche un’altra frecciata: “Non era scontato il suo ruolo, lo avevo garantito io, ma non spettava certo per il risultato elettorale. Quindi ognuno aveva avuto quello che sperava. Ora vanno invece rispettati il sindaco e le prerogative della città”. Delusione anche verso la Puggioni, forse ancora di più: “L’ho voluta con forza, le ho dato la massima fiducia anche se inesperta. E non ho ricevuto altrettanto, una grande personale delusione”.
C’ERA UNA VOLTA IL CIVISMO
In questo clima rientrano la prima revoca e le successive dimissioni. “Ho fatto il mio dovere per far sì che si potesse correggere la rotta e riprendere un lavoro di squadra ancora di più ora. Quindi basta ipocrisie, ho provato a rimediare senza strappo per mesi proprio per il momento complesso. Non sarò mai un sindaco sotto ricatto, faccio errori ma prendo le decisioni che ritengo necessarie senza essere sotto scacco di qualcuno”.
IL TENTATIVO FALLITO
Il Pd, che ha eletto sei consiglieri e ha avuto due assessori era favorevole alle scelte del sindaco, anche di Gaudenzi. “Ubaldi che ha eletto due consiglieri e avrebbe avuto così lo stesso numero di assessori, non accetta. Un comportamento bizzarro ed è grave che il vicesindaco invece che accettare il sacrificio del Pd apra una crisi di maggioranza che lascia spiragli inquietanti. Perché? Noi siamo una civica, da sempre. Forse tutto è partito dal gruppo nato in maniera bizzarra fuori dal consiglio (Ubaldi e Beverati)”.
Con Beverati il percorso della Mancini è iniziato tanto tempo fa. “Scelsi lui, anche se Sel voleva il suo posto. Per me il civismo era la linea guida che ha superato il Cencelli dei partiti che gravitano. Antonelli voleva l’assessorato di Ubaldi allo Sport e ha giocato contro per cinque anni. Beverati ha sempre avuto la mia fiducia”.
COME SI È ARRIVATI A QUESTO PUNTO
Dopo la vittoria elettorale, con il voto che ha premiato il lavoro della ‘prima’ Mancini, pur promuovendo la Lega a livello nazionale nella città calzaturiera, sono iniziate scelte anomale come il gruppo parallelo in consiglio. “Certo, sono emersi il Pd, un risultato al di sotto delle aspettative di tutti del gruppo di Ubaldi, e alcuni indipendenti come Beverati e la Puggioni che ho chiamato io, in realtà, in lista”. Per la sindaca il nuovo gruppo interno si è rivelata una debolezza per la maggioranza, “si è creato un noi e un loro”, anche se mai ufficializzato in Consiglio.
L’ERRORE A MONTE…GRANARO
Se frana il gruppo, le colpe sono anche di chi guida. “Secondo me hanno influito le elezioni prima locali e poi regionali. Non posso trovare una motivazione valida che mi dia responsabilità. la verità è che la coalizione era la stessa del primo mandato, ma il gruppo civico creato dopo d Ubaldi e Beverati ha cambiato gli equilibri, di certo non l’hanno fatto per rafforzare la maggioranza come invece hanno raccontato. Per cui non vedo miei errori, quello che ho fatto è non accettare quanto da loro scelto”.
IL TIMING COMUNICATIVO
Un errore aspettare a parlare in questi giorni? Per il sindaco no. “Era doveroso, perché ho provato a salvare e a trovare soluzioni. Per questo ho scelto di tacere e non alimentare le polemiche e i diverbi. Non mi aspettavo il comunicato di vicesindaco e assessore, il tempo di silenzio andava rispettato da tutti. io sono stata coerente con quanto detto alla maggioranza, volevo trovare un nome e ho scelto il migliore, chi non era stato premiato dal voto nonostante lo meritasse”.
IL FUTURO
Lei non molla: “Spero che gli assessori dimissionari rivedano le posizioni, spero che la maggioranza si riunisca finalmente dopo mesi, spero che i consiglieri comunali cambino idea. Io resto al mio posto e onorerò la fiducia della cittadinanza. Sono disponibile al dialogo, ma una cosa è sicura: non cambia idea su Beverati”. Se tutto questo non avverrà, “aspetto con fiducia la sfiducia. Sperando non avvenga nelle segrete stanze di un notaio. Per cui invito almeno a farlo pubblicamente, con un dibattito, dove si spieghi aa cittadini le vere ragioni di questa crisi, se diciamo che è per Beverati ci prendiamo in giro”. Per cui, sedersi e parlare. “Intanto dovrò nominare un vicesindaco, questo è necessario per legge ma spero che non sia poi necessario
LA CADUTA
“Butteremmo all’aria progetti, finanziamenti, percorsi avviati. Spero proprio ciò non accada. Ci sono evidenti ragioni deboli e false dietro questa crisi” ribadisce il sindaco.