PORTO SAN GIORGIO – Ogni buona notizia porta con sé un dubbio, soprattutto quando si parla di infrastrutture.
Partiamo dalla buona notizia. “La dorsale ferroviaria adriatica è fondamentale non solo per lo sviluppo di una parte del Paese, ma ha anche una funzione insostituibile in particolare per quanto concerne le merci. l lavoro inizia ora da un certo punto di vista e ringrazio anche Rfi che sarà ente attuatore di questi investimenti per la pre-progettazione che ora sarà oggetto di discussione con le regioni per far sì che la dorsale adriatica diventi come quella tirrenica". Le parole sono del ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini, e seguono il riconoscimento da parte della Commissione Europea della dorsale Adriatica nella Rete Cor.
“Un punto di partenza importante che ci deve responsabilizzare nell'utilizzo delle risorse attuali, ma anche a costruire, intorno a questa traiettoria, occupazione, sviluppo e competitività per il nostro sistema imprenditoriale" commenta il presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, coinvolto in prima persona con i colleghi Michele Emiliano (Puglia), Donato Toma (Molise) e Marsilio (Abruzzo).
"Nel Pnrr, come sapete - ha aggiunto il ministro Giovannini -, anche con la collaborazione delle Regioni abbiamo messo fondi estremamente consistenti sui porti, sullo sviluppo della rete ferroviaria. Tutti interventi che devono essere completati entro il 2026. Non tutti potranno essere realizzati entro questa data ed è per questo che con la legge di bilancio, anche come viatico per convincere la Commissione Europea che facevamo sul serio, abbiamo investito 5 miliardi proprio sulla dorsale Adriatica”.
Questo elemento è stato rilevante nei colloqui per convincere la Commissione che l'Italia non faceva una richiesta estemporanea, ma intendeva fare un investimento molto serio. “Ora definiamo i dettagli per capire dove velocizzare la linea, rafforzarne la capacità, dove integrare meglio questa linea rafforzata con gli altri canali di mobilità anche a valere sui fondi che sono di competenza delle regioni".
Bisogna lavorare e bene: “Abbiamo unito le forze per rendere credibile una proposta portata poi, dal ministro Giovannini, al tavolo europeo, consentendo di superare un ritardo infrastrutturale altrettanto storico", ha sottolineato Acquaroli, secondo il quale si tratta di "investimenti e progettazioni restituiscono centralità e dignità a un intero territorio che è stato, negli anni, penalizzato nello sviluppo delle traiettorie di trasporto nazionali e internazionali".
C’è poi la parte carica di dubbi. Quelli che il governatore aveva anticipato ieri a Porto San Giorgio: “L’alta velocità costa 50miliardi, il ministero ne stanzia 5. Capite che è fondamentale capire quello che davvero si può fare” riprende Acquaroli. “Sono molto preoccupato dell’impatto dell’Alta velocità sul tracciato attuale della ferrovia. Significherebbe pannelli irricevibili per le comunità, che diventerebbero un limite allo sviluppo turistico e alla cultura del paesaggio. Trasformeremmo le città in compartimenti stagni, se va bene a est e ovest della ferrovia, nella peggior ipotesi tra mare e città, con il blocco della brezza marina per le barriere di sette metri”. Insomma tanto da discutere, ma con una certezza in più: la dorsale adriatica è davvero una priorità.
r.vit.