di Raffaele Vitali
ANCONA – E sul tabellone di quello che un tempo fu PalaRossini, oggi PalaPrometeo, torna a brillare il nome Sutor. Tanti anni sono passati da quando il pallone griffato Fabi rimbalzava sul parquet dell’A1. Oggi, con la serie B conquistata con il sudore da coach Marco Ciarpella, la Sutor se la gioca contro la Luciana Mosconi Ancona, il progetto made in Italy, come la pasta, guidato da dietro la scrivania da Gianmaria Vacirca. Corsi e ricorsi della storia, il dg che pianificò il trasferimento da Porto San Giorgio al capoluogo, oggi è uno degli artefici del piano di sviluppo del ‘grande’ basket ad Ancona.
Questo il colore, poi c’è il basket giocato. Quello che non è bastato alla Sutor per vincere una gara intensa, per due quarti dominata e poi finita nelle mani di Ancona, più cinica e con un paio di uomini più freddi negli ultimi minuti (70-63 il finale).
Difficile immaginare un inizio migliore per la Sutor Decathlon Montegranaro. Difesa aggressiva, raddoppi continui, mani addosso, per quanto possibile. Il risultato è che i ‘buongustai’ dorici perdono una marea di palloni e per due volte non riescono neppure a superare la metà campo dopo la rimessa da fondo. La Sutor, invece, gira bene il pallone, trova canestri con Minoli, con Gallizzi, con Riva. Ancona è enorme, centimetri e chili in abbondanza, ma per dieci minuti nessuno se ne accorge (8-18), tolta qualche folata dell’ex Poderosa Paesano
I pochi minuti di intervallo per la panchina di casa sono infuocati. Coach Rajola è una furia, urla, muove la lavagnetta, sbraccia. E in silenzio i giocatori ascoltano. Ma l’effetto è deleterio. In due minuti perdono palloni incredibili che per Gallizzi diventano quattro punti facili facili. È disarmante il gioco dorico, privo di punti di riferimento e con tanta confusione (10-24).
Il clima si anima un po’, qualche giocatore vola a terra dopo i blocchi. È quello che non dovrebbe far paura alla Sutor, squadra nata per combattere, ma è strano che sia Ancona, dotata di talento tecnico, a scegliere questa strada. La mano morbida del pivot Leggio e quella di capitan Centanni sono la risorsa di Ancona, che con tre triple di fila annulla le buone giocate di Riva, un tap in e un pick&roll a rallentatore che fa impazzire Rajola (21-28).
In un quarto in cui le difese crescono, basta poco per cambiare l’inerzia. Ad esempio una giocata di Bonfiglio che si fa stoppare mentre tira da tre e apre il contropiede della Luciana Mosconi che vale il break di 11-2 con tre minuti ancora da giocare. Ciarpella non si fa tanti problemi, per lui non ci sono gerarchie ma buone giocate: e così Stanzani torna in panchina controvoglia, ma anche giustamente visto che Tibs è in giornata di grazia dentro l’area colorata (27-35). E siccome si lamenta anche, in campo non ci torna più.
Alla ripresa la domanda è solo una: la Sutor può tenere questi ritmi per tutti i quarti? L’inizio sembra dire di no, perché Potì è un fiume in piena e in un amen ricuce il distacco e per la prima volta dopo la palla a due Ancona mette la testa avanti (38-37).
Un gancetto di Tibs è la bombola di ossigeno che fa ripartire la macchina gialloblù. Solo che continuano a mancare i punti di Cipriani e Gallizzi, che proprio non riescono a inquadrare il canestro nell’immenso e vuoto palasport dorico. Se Oboe suona una preziosa melodia nel miglior modo, Romanò non è da meno e con la sua disarmante tranquillità mette una tripla preziosissima. È calata un po’ la difesa e Ancona se ne accorge, 22 punti in un quarto sono la prova ache grazie al tecnico preso da coach Ciarpella, stanco dei troppi fischi contro che hanno mandato tante volte in lunetta Ancona rispetto alla Sutor.
E così l’inizio del quarto periodo, con la Sutor che commette un fallo dietro l’altro e alla fine deve aprirsi un po’, lasciando a Caverni la tripla del riscatto dopo minuti da dimenticare. Il bel basket è un ricordo lontano, si è fermato nei primi dieci minuti, ci sono molti errori, dai passaggi nei piedi ad appoggi sul ferro dopo buone azioni individuali. Facile quindi innervosirsi, ma gli arbitri non perdonano: tecnico a capitan Centanni. I tiri da tre sono l’arma di Ancona, il risveglio del folletto Gallizzi quello della Sutor, meraviglioso il suo cambio di mano in aria per il 57-59 al 35’.
Bonfiglio, frenato dai falli, non carbura e la palla persa diventa una bomba, quella di Potì. Ancona non sbaglia più nulla, gioca con calma, Rajola ha schierato i migliori e la palla finisce sempre nelle mani di Paesano o Potì. Punti certi che un guizzo di Cipriani evitino diventino decisivi troppo presto. Con 74 secondi da giocare Ciarpella chiama time put e con il pallone in mano cerca di costruire la rimonta (67-63). La sconfitta è nelle due giocate finali di Caverni, dopo la tripla sul ferro di Minoli: la prima quando palleggiando fa girare la testa a Cipriani fino a che la guardia non si fa ingolosire e commette fallo, la seconda stoppando Gallizzi al tiro da tre punti.
Finisce così, con applausi e complimenti ma zero punti per la Sutor al cospetto di una squadra ancora lontana da prestazioni degne di un posto di alta classifica.